Il nuovo Galaxy Watch 4 nasconde una sorpresa Wear OS

Il nuovo Galaxy Watch 4 nasconde una sorpresa Wear OS






Nell’immimente Samsung Galaxy Watch 4 l’esigenza di maggiore compatibilità porta al ritorno verso il sistema operativo Google

L’attesa per una nuova generazione di smartwatch non dipende solo dai programmi Apple sull’evoluzione di Watch o dalle decisioni Google su come adattare le nuove strategie Fitbit. Anche Samsung vuole essere della partita, con tutta l’intenzione di bruciare sul tempo i proprio avversari. Non è infatti da escludere un arrivo imminente, entro la fine di maggio ma forse anche prima, dei nuovi Galaxy Watch 4 o Active 4, o entrambi.

La serie di indiscrezioni raccolte nelle ultime settimane sta andando infatti sempre più in una direzione precisa, con dettagli ormai molto probabili su tempi e configurazioni dei nuovi smartwatch. Anche se le versioni attuali sono state lanciate poco più di sei mesi fa, le ragioni per stringere i tempi non mancano.

Una prima conferma della decisione di intervenire è la molto probabile continuità a livello estetico di Galaxy Watch 4. Secondo i bene informati infatti, non c’è da aspettarsi cambiamenti sostanziali su forme rotonde e dimensioni della cassa tra i 41 mm e i 45 mm. In particolare, sarà mantenute anche la corona rotante come modalità di controllo, ma non per Active 4.

La modalità ECG di Samsung

Le novità di Galaxy Watch 4 sono tutte all’interno

Differenze importanti invece all’interno. A partire da una decisione data quasi per certa. Dopo anni passati a sviluppare un proprio sistema operativo costruito intorno alla piattaforma opensource Tizen, Samsung sembra intenzionata a tornare sui propri passi e riabbracciare Wear OS.

Una decisione importante, non priva di conseguenze. Per certi versi però, se non obbligata, quasi. Negli ultimi anni, dal Gear 2 quando è stato adottato per la prima volta, intorno al sistema operativo Samsung sono state sviluppate numerose app. Comprese le più recenti per la pressione del sangue ed ECG, solo da poche settimane attive anche in Europa e fondamentali in prospettiva futura per affrontare la sfida nel settore della telemedicina, dove i rivali sono nettamente più avanti.

Il problema, spesso trascurato ad arte da Samsung, è la scarsa compatibilità di queste funzioni, difficili se non impossibili da sfruttare con smartphone di altre marche. Di fronte ai dati di vendita degli smartwatch non esattamente in linea con le attese, la necessità di aprirsi maggiormente al mercato.  

Non è comunque da escludere anche una transizione graduale. Sulla scia di quanto sta già facendo Oppo, il cui Watch utilizza una combinazione di Wear OS e del proprio sistema operativo, una soluzione analoga sembra la via più saggia per provare a salvare le proprie app e al tempo stesso accettare un confronto aperto.

Sorgerebbe però un problema. Un nuovo sistema operativo e relative app, comporteranno nuove certificazioni. Anche se al momento quelle in Europa non sono ancora state rilasciate significa comunque dover ripartire la procedura dall’inizio.

Tuttavia, la direzione sembra ormai presa. Diverse voci, soprattutto in Cina, riportano le richieste di autorizzazioni legate a Galaxy Watch 4. In particolare, emerge anche una maggiore attenzione alle metriche per lo sport e l’attività fisica in genere.

L’arma in più del glucosio nel sangue

Oltre alla salute infatti, l’altro terreno su cui si gioca la partita è proprio il supporto a sportivi professionisti o anche semplici appassionati, sempre più esigenti e attenti a dati utili a valutare le proprie prestazioni. In particolare, si parla di piani di allenamento e supporto per raggiungere obiettivi personali.

Samsung però non ha intenzione di limitarsi a inseguire. Su Galaxy Watch 4 c’è in programma anche una funzione utile per rilanciare prima degli altri, la lettura del livello di glucosio nel sangue sviluppata insieme a ricercatori del MIT. Inseguita da tanti, la funzione fondamentale soprattutto per chi è a rischio diabete non è ancora stata ufficialmente approvata su nessuno smartwatch consumer.


Pubblicato il 8/4/2021

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