La corsa di Amazfit Balance è tutta da seguire

La corsa di Amazfit Balance è tutta da seguire

La prova sul campo di Amazfit Balance, smartwatch su misura per lo sport, ma utile a tutti. Un pieno di dati e grande voglia di apparire




Pensare di realizzare uno smartwatch espressamente rivolto agli appassionati di corsa è prima di tutto una scelta coraggiosa. Si tratta infatti di uno dei terreni di caccia ormai storici per uno dei protagonisti del settore, vale a dire Garmin. Una presenza ormai consolidata, dove un’alternativa deve essere a prova di errore e possibilmente capace di proporre qualcosa di più. Forse è ancora presto per confermare se Amazfit Balance può raggiungere questo obiettivo, ma sicuramente la strada intrapresa sembra molto buona.

Lo smartwatch Zepp presentato la scorsa fine estate a IFA e arrivato sul mercato a inizio anno, ha sicuramente le carte in regola per attirare l’attenzione e candidarsi come interessante alternativa. Il lavoro è solo agli inizi, per cui qualche aggiustamento sarà indispensabile. Il primo esame però, si può considerare superato.

Pensato in grande

Al primo impatto, Amazfit Balance va sul sicuro. Forme rotonde, i classici due pulsanti sulla destra, di cui uno decisamente vistoso, forse anche troppo, e una dimensione importante. Da intendersi come un display con diametro di 1,5”, vale a dire piuttosto grande. Con relativi vantaggi e svantaggi. Sicuramente, la visibilità ci guadagna, sia come lettura immediata dei dati sia come possibilità di riunire più informazioni nella stessa schermata.

Un aspetto importante durante una corsa o un’attività fisica più in generale, dove in genere non c’è molto tempo da dedicare a scorrere pagine. D’altra parte, ingombro e almeno in parte anche il peso di 35 grammi inevitabilmente si fanno sentire. In discipline di movimento delle braccia come corsa e nuoto, un fattore da tenere in considerazione.

Anche nell’uso quotidiano, dove comunque Amazfit Balance fa sicuramente bella figura, potrebbe rivelarsi meno pratico del previsto in presenza di polsini o comunque su braccia di dimensioni contenute. Si tratta comunque di gusti personali, anche se una possibilità di scelta più ampia non sarebbe certo da disprezzare.

Le vere ambizioni però, vanno giudicate sulle funzioni e l’affidabilità, e qui la questione si fa sicuramente interessante. Più di introdurre vere e proprie novità, Zepp ha scelto di provare a fare meglio dei rivali, da intendersi come quantità e qualità dei dati, e il risultato è da apprezzare.

Anche il sistema operativo proprietario Zepp OS non è un salto nel buio. Ispirato alle soluzioni esistenti, viene in pratica adattato alle proprie caratteristiche. Al primo impatto, la schermata iniziale delle opzioni è talmente ricca da poter disorientare. Grazie anche alle dimensioni dello schermo, non serve molto per trovare la necessaria confidenza.

Nato per correre

Salute e sport sono i punti forti dello smartwatch, per cui vale la pena partire da questi. Con una premessa. Gli algoritmi utilizzati per elaborare i vari parametri, usano anche l’intelligenza artificiale, per cui la relativa affidabilità aumenta nel tempo. In particolare, per avere un quadro realistico, è necessario registrare almeno una settimana di attività. Fino a quel momento, qualche perplessità sarà inevitabile, come per esempio settantadue ore di tempo per recuperare una camminata tranquilla di un’ora scarsa.

Bisogna quindi essere un po’ pazienti e raccogliere informazioni, Dopodichè, il valore di Amazfit Balance inizia effettivamente a emergere. La registrazione delle attività fisiche è oggettivamente affidabile, così come la relativa analisi completa e utile. Il PAI, il Personal Activity Intelligence, indicatore generale sulla condizione, offre un dato sintetico sulla salute, in linea con le sensazioni personali.

È tuttavia solo il primo dato, perché già durante un allenamento le indicazioni visualizzate sono complete e utili a gestire uno sforzo. Anche subito dopo, sia il riassunto sia l’impatto sulla giornata soddisfano ampiamente chi è sempre alla ricerca di informazioni.

Tra i fattori distintivi, il livello di ossigenazione del sangue, istantaneo e non come in altri casi, correlato all’analisi notturna. Sicuramente apprezzabile la mappa visualizzata direttamente sul display a fine esercizio, un primo instantaneo riscontro dell’impegno sostenuto.

Una nota a parte merita il GPS. Zepp afferma di poter contare sul sistema più affidabile per precisione, un punto effettivamente spesso dolente in alcune aree come boschi fitti, tornanti, gole o vie urbane strette. Forse non sarà proprio così, ma sicuramente la prestazione è sopra la media. Confrontato direttamente con un altro smartwatch e un ciclocomputer, in caso di discordanze si è sempre trovato dalla parte della maggioranza.

Coach attento ed esigente

Diverso invece il discorso sulla più tranquilla quotidianità, dove il conteggio dei passi lascia qualche dubbio. In genere, l’abitudine è convertire una qualsiasi attività in passi da aggiungere al totale. Amazfit Balance invece, al riguardo si rivela piuttosto severo. Per esempio, due ore di bicicletta a buon ritmo, dai quali in genere scaturiscono almeno gli iconici diecimila passi se non di più, in realtà vengono tradotti in poche migliaia.

Un altro punto da analizzare è il coach virtuale. Una sorta di allenatore sempre al fianco per stimolare o analizzare prestazioni. Uno dei punti dove l’intelligenza artificiale può mostrare il proprio potenziale e per questo una valutazione più completa richiede almeno un mese di uso. Sin dai primi dati però, la funzione si prospetta sicuramente interessante.

Con un punto comunque da migliorare. È infatti richiesto di compilare un programma di allenamento, con relative giornate nell’arco di una settimana. Professionisti a parte, e in particolare per attività come corsa o bicicletta influenzate anche dal meteo oltre a impegni personali, è facile trovarsi a spostare l’attività al giorno successivo. Nel caso sia stato segnato come uno di riposo, il richiamo sarà immediato, con qualche passaggio di troppo per procedere comunque.

Sonno pesante ma utile

Un altro punto di forza per Zepp è l’analisi del sonno. Dove ancora una volta le dimensioni si fanno sentire. Se per tanti smartwatch il problema di indossarlo la notte è l’autonomia, in genere è il momento preferito per la ricarica quotidiana o quasi, in questo caso tenerlo al polso potrebbe essere un primo motivo di disturbo. Se si è comunque disposti a farla diventare un’abitudine, i risultati saranno presto evidenti.

A partire dall’interessante indice sulla Prontezza: un valore sulla carica di inizio giornata, utile per capire cosa aspettarsi. Al quale si aggiunge un’analisi effettivamente completa, già sul display e ancora di più nell’app. Originale, la possibilità di registrare anche eventuali pause di riposo durante la giornata.

Nessun dubbio invece per quanto riguarda l’autonomia, sicuramente a ottimi livelli. Nonostante le dimensioni del display AMOLED, con una gradevole dissolvenza in accensione, la definizione e i colori dei contenuti e la qualità del GPS, non è difficile arrivare a due settimane, con una decina di ore di tracciamento alla settimana.

Poco da aggiungere per quanto riguarda le mansioni ormai standard per uno smartwatch. Installazione e configurazione non presentano problemi. Dopodiché sarà possibile contare su notifiche al polso ben visualizzate grazie al grande schermo, ma anche su una sempre più rara presenza del Wi-Fi, utile anche per scaricare musica da ascoltare in autonomia dallo smartphone, anche direttamente dallo speaker integrato, considerato lo spazio disponibile, un piacevole sorpresa dal punto di vista della resa sonora.

Il potenziale Amazfit Balance sicuramente non manca. A conti fatti, ben poco da invidiare ai marchi più noti, anche con un prezzo sicuramente da non sottovalutare. I 249,90 euro del listino ufficiale non sono sicuramente pochi se si considera un utilizzo ordinario. Per gli appassionati di sport alla ricerca di novità e in grado di apprezzare le tante metriche dedicate proposte, sicuramente è un’alternativa da prendere in considerazione.

Pubblicato il 1/5/2024

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