Charge 5, il tracker con un cuore da smartwatch

Charge 5, il tracker con un cuore da smartwatch






Tra i punti forti di Fitbit, Charge 5 conferma un buon compromeso per chi cerca le funzioni da smartwatch nelle dimensioni di un tracker

Nella naturale evoluzione dei tracker, il confine con gli smartwatch tende ad assottigliarsi. Fermo restando la differenza principale nelle dimensioni inferiori e nelle proporzioni più allungata in verticale, la tendenza è rinnovare l’offerta cercando tra le funzioni consolidate sugli smartwatch.

Un settore meno presidiato di altri, dove ci sono quindi spazi per chi ha saputo trovare la giusta dimensione. Un campo dove Fitbit ha sempre dimostrato di trovarsi a proprio agio, rinnovando l’offerta trovando i giusti tempi e selezionando le novità.

Charge 5 è l’ultima espressione di questa strategia. Se da una parte si può certamente osservare come possa essere relativamente facile primeggiare in un settore poco frequentato dai diretti rivali, dall’altro resta certamente il merito di crederci, continuare a investirci e riuscire a proporre sempre qualcosa di nuovo senza intaccare la natura di un tracker.

L’eleganza della tecnologia

Se da una parte infatti le misure di 21,9×14,7 mm lo tengono saldamente all’interno della categoria dei tracker, già lo schermo a colori AMOLED inizia a essere meno scontato. Al momento, più facile da trovare su prodotti di categoria superiore.

Il tutto comunque inserito in linee votate anche all’eleganza. Non a caso, l’aggiornamento precedente della gamma era stato Luxe, più orientato a materiali ed estetica rispetto alla dotazione di tecnologia.

Da sottolineare, aspetti non del tutto estranei anche a Charge 5. Le dimensioni sono infatti tali da garantire ancora la continuità con il cinturino e rendere quindi l’insieme più discreto. La scelta stessa dei materiali offre interessanti spazi di personalizzazione, anche per i più esigenti. Per esempio, diversi i cinturini in pelle.

Gradevoli, sotto il profilo estetico anche i due profili laterali. Dove però, la funzione estetica non è la priorità. Si tratta infatti sei sensori necessari per sfruttare una delle caratteristiche più importanti del più recente tracker Fitbit, l’EGC.

ECG e GPS , le marce in più

Fermo restando tutte le considerazioni del caso sull’affidabilità della misurazione, ampiamente ribadite dalla stessa Fitbit su display e app, prima dopo l’operazione, difficile negarne l’efficacia e una certa credibilità.

In questo caso infatti, la misurazione risulta pratica. Tempo poche decine di secondi con pollice e indice sui sensori laterali e l’operazione viene completata. Quasi a voler ribadirne lo scopo generico, l’esito non entra nei dettagli. Si limita a constatare la presenza o meno di qualsiasi potenziale segnale di disfunzione cardiaca. Forse, in modo fin troppo prudente e discreto. Il riassunto finale è infatti estremamente sintetico, senza alcun supporto di dati o grafica, neppure dall’app

A conti fatti, certamente un fattore distintivo. Così come d’altra parte la presenza del GPS. Anche se ormai certamente non più una novità, un aspetto sempre utile per chi vede Charge 5 quale supporto all’attività fisica.

La possibilità di registrare senza dover necessariamente dipendere da uno smartphone per tanti è certamente un vantaggio, preservandone anche la batteria.

Sport per tutti, o quasi

Per forza di cose, le informazioni sono limitate all’essenziale. Un po’ limitato invece il numero di attività tracciabili. Per quanto personalizzabili via app, per più attivi sei può rivelarsi un limite. Costringendo di fatto a continue modifiche da smartphone per aggiornare l’elenco.

Si può comunque contare su riconoscimento automatico dell’attività, utile nel caso si inizi senza ricordarsi di attivarla manualmente. In linea con gli altri dispositivi Fitbit, quindi buona, l’affidabilità delle misurazioni su distanza, velocità o passo e anche la traccia GPS.

Dubbi sull’EDA Scan

Decisamente meno indispensabile appare invece un altro aspetto presumibilmente legato al benessere generale. Da valutare infatti i benefici dell’app EDA Scan. Pensata per rilevare l’attività elettrodermica, vale a dire piccole variazioni nel livello di sudore corporeo, ai fini dello stress, chiede di dedicarsi per tre minuti alla lettura in cambio di benefici opinabili.

Insieme ad altre funzioni, a partire dallo stesso ECG, sommata alla Variabilità della frequenza cardiaca, all’analisi del sonno e alla relativa valutazione del livello di ossigeno nel sangue (la saturazione), comunque utili per tracciare un quadro generico della salute e soprattutto del livello di stress. Uno dei pilastri storici Fitbit.

Un altro aspetto comunque positivo è poter considerare ormai scontate le funzioni alla base del successo iniziale di un tracker. Vale a dire la gestione di notifiche per chiamate e massaggi, ma anche i sempre utili sveglia, cronometro e conto alla rovescia.

In pratica, Charge 5 fa sicuramente tutto quanto ci si può ragionevolmente aspettare da un tracker, e anche qualcosa di più. Fermo restando la validità dell’insieme, compresa qualità del display, con opzione sempre acceso, è da capire quanto quel qualcosa di più possa compensare il prezzo.

I 199 euro restano certamente infatti nella media dei prodotti Fitbit. Al di sopra però, dei pochi diretti rivali e soprattutto di diversi modelli di smartwatch.

Valutando nell’insieme anche l’autonomia certamente buona intorno alla settimana, con circa un’ora al giorno di utilizzo del GPS, una scelta dettata soprattutto dai gusti e dalla volontà di puntare sul marchio o sul design, sicuramente curato.

Pubblicato il 28/3/2022

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