Il bracciale Facebook, pronto a tradurre pensieri in azioni

Il bracciale Facebook, pronto a tradurre pensieri in azioni






Il prototipo di un bracciale Facebook sperimenta le potenzialità di realtà aumentata e intelligenza artificiale per le interazioni social

In combinazione con realtà aumentata e intelligenza artificiale, i wearable occupano un ruolo importante nelle strategie future di Facebook. In particolare, attira l’attenzione un prototipo di bracciale smart. Un punto di partenza per agire in combinazione di smartglasses e rendere più naturale l’interazione con le situazioni di ogni giorno. In particolare con le altre persone, non necessariamente al nostro fianco.

Facilità d’uso, affidabilità e riservatezza sono i capisaldi intorno ai quali Facebook sta sviluppando il proprio bracciale smart. Secondo quanto visto al momento, non si può parlare ancora di smartwatch. Per ora invece, si tratta di qualcosa ancora più simile agli strumenti da polso usati dagli addetti ai magazzini automatizzati.

Uno degli ostacoli maggiori al momento è riuscire a interpretare il contesto nel quale l’utente si trova e favorire la comunicazione senza forzarla. Il ruolo dell’intelligenza artificiale in questo caso è intuire le mosse della persona e indirizzare l’attività sia indicando la via più probabile per effettuare un’azione, post, messaggio o qualsiasi altro gesto, sia proponendo una serie ristretta di scelte da attivare in pochi passaggi con gesti naturali.

Una lunga strada appena iniziata

Come ammette la stessa Facebook, uno scenario certamente invitante. Tuttavia, a oggi ancora piuttosto lontano dalla realtà. Indicare per esempio un soggetto o una scena per attivare in automatico una fotocamera e condividere un’immagine o un video è tanto suggestivo quanto ancora al momento fantasioso. Così come riuscire a tradurre un’emozione, un gesto o un d’animo nella versione digitale di aggiornamento di stato sul social network.

Qualcosa però, si può già pensare di sperimentare a breve. Prima di tutto, il bracciale Facebook rappresenta con buona probabilità la strada giusta per diverse ragioni. Se il riconoscimento vocale è già realtà diffusa, è altrettanto vero che si scontra con la privacy, e spesso anche con la buona educazione.

Un dispositivo in grado di interpretare gesti e ambiente è sicuramente più pratico e versatile. Rispetto alla tasca o a una borsa, come stanno dimostrando gli smartwatch sempre più ricchi di sensori, il polso è certamente una posizione più indicata per sfruttarlo al meglio. Inoltre, come dimostrano da sempre gli italiani, le mani sono lo strumento principale per interagire nella vita di tutti i giorni.

Facebook legge nel pensiero e anticipa le azioni

Dal punto di vista scientifico, la strada seguita da Facebook per un prototipo di bracciale smart è l’elettromiografia. Una serie di sensori trasmette i segnali elettrici emessi dal sistema nervoso, da tradurre in comandi e funzioni. Sfruttando i principi dell’intelligenza artificiale si arriva a un elevato livello di personalizzazione e capacità di riconoscere diverse situazioni. Per esempio, il sistema riesce a riconoscere movimenti delle dita anche nell’ordine di pochi millimetri e combinarli tra loro.

In pratica, allo stesso modo con cui il sistema nervoso controlla i nostri movimenti, il bracciale Facebook riuscirà a gestire le interazioni. Nel momento in cui si pensa di voler scattare una foto oppure scrivere un messaggio, i sensori si comportano in modo simile al cervello. Come questo aziona i relativi movimenti, il wearable attiva il dispositivo per eseguire l’operazione. Si potrà quindi prendere in mano uno smartphone e trovarlo già pronto a riprendere un video o inviare un messaggio. Se non addirittura, eseguire del tutto l’operazione. Il movimento eseguito, servirà quale ulteriore conferma o indicazione per guidare l’operazione.

Uno scenario certamente suggestivo, forse per qualcuno preoccupante. Nonostante questo, Facebook è già pronta a spingersi oltre. L’introduzione della realtà aumentata permetterà infatti di aggiungere  elementi virtuali a una visuale e per esempio controllare una scena a distanza o prevedere una potenziale evoluzione.  Da un punto di vista molto più concreto e vicino, è reale la prospettiva di ricevere un valido supporto per sostituire la digitazione da tastiera con semplici movimenti, riducendo tempi ed errori.


Pubblicato il 22/3/2021

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