Sotto il vestito, Apple trama un abbigliamento smart

Sotto il vestito, Apple trama un abbigliamento smart






Una richiesta di brevetto conferma i passi in avanti verso una nuova importante frontiera del mondo wearable

Mentre la concorrenza si affanna nell’inseguire Apple sulla certificazione della funzione ECG per smartwatch e wearable, Apple sta già guardando oltre e si appresta a compiere il passo successivo, l’abbigliamento smart.

La prossima frontiera nella misurazione e analisi dei parametri vitali riguarderà infatti anche i tessuti. L’inserimento di sensori in magliette e altri capi di vestiario non è certo una novità. Una recente richiesta di brevetto da parte di Apple però, segna un importante cambio di passo nella messa a punto di un nuovo prodotto e relativo terreno da esplorare.

Ad aumentare la consistenza dell’annuncio, la presenza tra i firmatari del lavoro di Daniel Podhajny, ingegnere riconosciuto nel settore come tra i più abili inventori. L’idea non è assolutamente sostituire Watch, quanto invece allargarne la portata, sfruttare cioè l’abbigliamento smart per aumentare la precisione della letture dell’ECG e affiancare altri valori.

Wearable nel senso letterale

In pratica, i vari sensori distribuiti sul corpo grazie a veri e propri wearable inviano i dati allo smartwatch, pronto quindi a diventare centro di raccolta e fornire le prime elaborazioni. Per le analisi più complesse, facile ipotizzare a sua volta la trasmissione ad iPhone ed eventualmente al cloud accessibile anche agli specialisti medici.

Attualmente, uno degli scogli più impegnativi da superare appare l’accuratezza nelle misurazioni. Secondo quanto emerge dagli schemi del brevetto Apple, l’idea attuale è inserire nel capo di abbigliamento smart una sorta di fascia elastica con integrati i sensori e la relativa circuiteria.

Un sistema così progettato sarebbe effettivamente potenzialmente in grado di aumentare l’affidabilità di un elettrocardiogramma. Soprattutto però, può spingersi oltre, a rilevare la pressione nel sangue, analizzare la frequenza nella respirazione, il livello di ossigeno e di zuccheri, e altro ancora. Aggiungendo un accelerometro, anche una lettura più accurata di movimento e attività fisica.

Resistenza senza compromessi

Altro aspetto delicato è la necessaria resistenza alle alte temperature, e più in generale alle condizioni d’impiego più dure, di un tessuto smart. Una maglietta con sensori deve infatti essere in grado di resistere a frequenti passaggi in lavatrice e in asciugatrice.

Considerando come tra i primi destinatari di abbigliamento smart rientrino sicuramente anche sportivi professionisti, la resistenza deve essere estesa a condizioni d’uso estreme, a partire da sudorazione, temperature e sollecitazioni continue. Se si pensa come possa essere sufficiente una caduta di pochi centimetri a mettere fuori uso uno smartphone o uno smartwatch, facile intuire la dimensione della sfida Apple.

Naturalmente, un capo di abbigliamento smart prevede un sistema di comunicazione wireless. Considerata la situazione, si presume NFC. Un’ulteriore sfida per gli ingegneri. D’altra parte, grazie ai nuovi sistemi per la ricarica, anche l’opportunità di trasmettere la necessaria energia wireless, o al massimo per contatto.

L’idea della banda elastica in questo caso può trasformarsi in un vantaggio. Non è difficile infatti sfruttare forma e lunghezza per integrare un’antenna o l’equivalente supporto per la trasmissione.

Tanti materiali per un unico sogno

Ultimo aspetto tecnico, i materiali impiegati er l’abbigliamento smart. Al riguardo, le indicazioni Apple restano ancora piuttosto vaghe, Si parla infatti di polimeri, metalli, vetro, grafite e ceramica, oltre naturalmente ai tessuti di base, come cotone o bamboo. Da questi dovrà scaturire la giusta combinazione necessaria a garantire vestibilità, conduttività e l’isolamento tra i componenti e il corpo umano.

Difficile anche parlare di tempi. Le date ufficiali dei documenti indicano come Apple abbia raggiunto una fase avanzata, quella della richiesta di brevetto già da un anno, pubblicata però dall’U.S. Patent Office in questi giorni.

Anche se è certamente presto per azzardare una data, i segnali indicano comunque uno stato di avanzamento dei lavori tale da classificare il progetto di abbigliamento smart tra quelli destinati a essere portati sul mercato.

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