Un inizio d’anno con i botti per i wearable

Un inizio d’anno con i botti per i wearable

Aumento dell’offerta e calo dei prezzi favoriscono la ripresa nelle vendite di wearable, dove domina Apple, anche un po’ meno incontrastata

Alle difficoltà dello scorso anno, da intendersi come leggero calo nelle vendite, il mercato wearable ha risposto nel migliore dei modi. Vale a dire, invertendo prontamente la rotta, grazie anche a un diffuso calo dei prezzi, dovuto per buona parta a un allargamento della concorrenza.

Se i nomi ai vertici restano infatti sempre gli stessi, soprattutto nel modo smartwatch, c’è da osservare una serie di annunci di prodotti di qualità, da intendersi come funzioni e affidabilità dei dispositivi.

Più wearable, meno costosi

La certificazione arriva da IDC, con una crescita swll’8,8%  nelle consegne del primo trimestre dell’anno, rispetto allo stesso periodo del 2023. Per un totale di 113,1 milioni di wearable venduti. Un contributo importante è ricondotto proprio alla riduzione dell’11% nel costo medio. Altro aspetto interessante, si tratta del quinto trimestre di ribasso consecutivo.

Una situazione favorevole a chi insegue. Anche perché, come sottolinea IDC, l’assenza ormai prolungata di vere e proprie novità accorcia le differenze tra i modelli in commercio. In attesa di funzioni ormai promesse da tempo come misurazione della pressione nel sangue o dei livelli di glucosio, le innovazioni sono sulla potenza, la qualità del display e altre opzioni accessibili a tutti i produttori.

Dalla visuale globale inoltre, un contributo sempre maggiore ai dati di vendita arriva dai Paesi emergenti, dove la quota di utenti per la fascia di prodotto più alta è inferiore rispetto alle altre, giocando quindi in favore di chi è disposto a confrontarsi anche sul prezzo.

Xiaomi e Huawei sugli scudi, Apple e Samsung in difesa

Il riferimento è in particolare a Xiaomi, capace di conquistare il secondo posto con una quota di mercato del 10,5%, rispetto al 7,9% dello scorso inizio anno. In termini di vendite si parla di un aumento di 3,6 milioni di unità. Importante precisare, per wearable si intende tutti i dispositivi indossabili, per buona parte rappresentati da auricolari total wireless e in misura minore da smartwatch.

In ogni caso, ancora non abbastanza da impensierire Apple, sempre saldamente al vertice del mercato. Anche se qualche segnale di attenzione emerge. Nel giro di dodici mesi, la quota di mercato è infatti scesa dal 24,5% al 18,2%. Aspetto ancora più importante, anche le consegne sono diminuite in misura considerevole, passando da 25,4 milioni a 20,6 milioni di prodotti.

È la prestazione peggiore tra i primi cinque, dove a parte Image marketing, tutti gli altri sono in crescita. Per la proprietaria del marchio boAt molto forte in India e Paesi vicini, un problema legato soprattutto agli smartwatch, con un crollo del 61.3%, ben più pesante della crescita del 17,5% degli auricolari.

Decisamente interessante anche la prestazione Huawei, con un aumento dal 6,1% al 9,3%. In termini percentuali, il passo in avanti più lungo. Grazie soprattutto all’effetto traino degli smartphone proposti in bundle con gli altri prodotti.

Qualche preoccupazione infine anche per Samsung. Non tanto per la progressione comunque dal 9% al 9,3% come quota di mercato, quanto invece per la misura della prestazione. Insufficiente per impedire il soprasso non solo da Xiaomi ma anche da Huawei, e ritrovarsi così ai piedi del podio.

Pubblicato il 10/6/2024

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