È quasi ufficiale, gli smartwatch fanno bene alla salute

È quasi ufficiale, gli smartwatch fanno bene alla salute






Grazie allo smartwatch, praticamente una persona su due ha cambiato abitudini, con effetti positivi sulla salute

La presenza sul mercato di smartwatch e smartband ha raggiunto un periodo di tempo ormai abbastanza lungo da iniziare a ricavare indicazioni affidabili per valutare l’effettivo impatto sulla salute. Un tema sul quale Fitbit prima di ogni altro ha costruito le proprie fortune, ma sul quale oggi puntano praticamente tutti i principali produttori, con Apple in prima fila, e dove Huawei ha voluto indagare.

Uno studio commissionato a Ipsos ha fornito indicazioni sicuramente interessanti. Considerate le premesse, oviamente a beneficio delle tesi sostenute da Huawei e rivali, ma sicuramente con diverse indicazioni credibili.

Nella ricerca sono stati convolti ottomila utenti di smartwatch in Europa. Una parte importante di loro, l’87% ha affermato di aver modificato il proprio stile di vita come conseguenza di indossare il wearable. Naturalmente, di averlo fatto con maggiore riguardo a comportamenti considerati in linea con la salute

Un allenatore sempre a portata di mano

Di questi, il 47% ha tradotto le intenzioni in una maggiore attenzione dedicata all’esercizio fisico, in pratica  sfruttando lo smartwatch una sorta di stimolo, mentre il restante 41% vede più un invito a impegnarsi maggiormente durante attività già abitudinarie.

Una sorta di conferma diretta delle tanto discusse indicazioni riferite ai diecimila passi piuttosto dei minuti attivi o dell’invito periodico a dedicare qualche minuto al movimento ogni ora.

Interessante osservare anche come in realtà solo il 66% sia stato invogliato all’acquisto sulla base si questi stimoli. In realtà, i wearable si stanno rivelando anche più efficaci di quanto previsto, sensibilizzando sull’argomento utenti inizialmente attratti da altre regioni.

Salute e sonno, l’altro lato dell salute

L’accoppiata smartwatch salute non è però considerata solo in relazione all’attività fisica. Per molti, significa anche migliorare la qualità del sonno. È esattamente la ragione per la quale il 39% degli utenti si sente soddisfatto dell’acquisto. Un altro 28% invece afferma di aver trovato un buon supporto per modificare in meglio le proprie abitudini alimentari.

Facile a questo punto arrivare a una prima conclusione sul livello di fiducia. Senza addentrarsi in considerazioni su potenziali sintomi di problemi di salute, l’81% si fida comunque delle indicazioni fornite dalle varie app, in particolare per quanto riguarda condizione fisica, abitudini da correggere e programmi da seguire.

Praticamente un utente su due, il 49% ha ormai modificato in misura definitiva il proprio stile di vita, con una misurazione quotidiana dell’obbiettivo base, il numero dei passi. Il 46% tiene regolarmente sotto controllo la frequenza cardiaca, mentre per il 36% la priorità al risveglio è consultare l’analisi del sonno.

Un’ultima indicazione importante riguarda le funzioni più avanzate, quelle sulle quali i maggiori pretendenti si stanno confrontando sul mercato. Dovrebbe infatti far riflettere come in realtà solo il 21% abbia dimestichezza con la stima del livello di stress, mentre il tanto pubblicizzato ECG in realtà non vada oltre un 25% di attenzione. Discorso analogo per il VO2 max al 24%, forse parametro alla portata di pochi, così come solo il 23% si interessa alla stima di massa grassa e il 20% a quelle muscolare. Questi ultimi però, parametri disponibili solo su un numero limitato di smartwatch.

Pubblicato il 8/12/2023


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