Così il piccolo Inspire 3 vuole fare tendenza

Così il piccolo Inspire 3 vuole fare tendenza






Linee e colori ricercati per Inspire 3, dalle prestazioni in linea con aspettative e promesse, anche se si potrebbe fare qualcosa di più

Il settore dei tracker resta soprattutto un punto di ingresso nel mondo wearable, per chi vuole sperimentarne di persona le potenzialità, senza avventurarsi in modelli più complessi e soprattutto una spesa maggiore.

Questo non significa però necessariamente puntare al minimalismo come fanno tanti produttori. Soprattutto, con l’obiettivo di attirare l’utente e indurlo a spostarsi verso un modello più costoso dello stesso marchio.

Come dimostra però Fitbit con Inspire 3, c’è spazio anche per un’alternativa. Un modello in grado di combinare design, funzionalità e prezzo in una interessante combinazione. Certamente, non la più economica. D’altra parte, anche una spesa della quale non pentirsi presto per mancanza di prestazioni o praticità d’uso.

Il tracker vuole fare tendenza

Naturalmente, Inspire 3 resta comunque un tracker. Quindi, dimensioni ridotte con conseguenti limiti su display e navigazione. Questo non significa però assolutamente rinunciare ad aspetti come la qualità dei materiali e del display, con qualche accorgimento interessante.

L’idea Fitbit è trasformare un tracker in un oggetto sempre più attento alla moda. Un sorta di accessorio in grado di contribuire all’immagine di chi lo indossa. La conferma arriva dai colori disponibili, pochi ma ben visibili, A parte il nero, due combinazioni sull’arancione e su un coraggioso lilla.

Le linee sono però decisamente gradevoli, con la continuità tra cinturino e cassa sottile e allungata per contenere un display per forza di cose piuttosto limitato. Ancora di più da una cornice inutilizzata di dimensioni ormai quasi anacronistiche. Uno dei punti deboli di Fitbit in generale e non solo in questo caso.

Così come i due pulsanti a sfioramento sui lati. Certamente pregevoli dal punto di vista estetico, per quanto riguarda la praticità la discussione è aperta. In compenso, la navigazione touch in tutte e quattro le direzioni si rivela precisa e agevole.

Praticamente ogni dubbio svanisce tuttavia con l’utilizzo delle funzioni. Nei tracker, o smartband, come vengono sempre più spesso chiamati, l’interazione con l’app diventa fondamentale a completare le informazioni che non trovano spazio sullo schermo.

In questo caso, tutto funziona al meglio. Dalla configurazione senza intoppi, alla personalizzazione con diversi quadranti disponibili, ma non tantissimi, fino alle statistiche personali, è difficile perdersi o anche solo sbagliare strada.

Anche perché per forza di cose le funzioni disponibili sono quelle base. Il corredo di sensori permette infatti di rilevare frequenza cardiaca, monitoraggio di sonno e stress, livello di ossigenazione nel sangue – legato al sonno -, e naturalmente registrazione delle attività fisiche. Con GPS connesso allo smartphone, ovviamente.

Nessun problema per le notifiche. Considerando lo spazio disponibile, visualizzazione chiara e facilità di lettura sono anche superiori alle attese.

Spazio alla salute, ma non troppo

Oltre alle funzioni ormai standard di sveglia, timer e cronografo, anche su Inspire 3 non manca uno dei fattori caratteristici di Fitbit, la modalità Relax, attraverso la proposta di una procedura mirata a prendersi una pausa ristoratrice in qualsiasi momento della giornata.

Più in generale, l’analisi dei dati raccolti viene demandata all’app. Certamente, con la possibilità di un punto di vista più completo e dettagliato. Non sarebbe però male poter vedere almeno alcuni risultati direttamente al polso. Per esempio, livello di saturazione dell’ossigeno nel sangue o la temperatura corporea. Importante ricordare però, dati non istantanei e collegati all’analsi del sonno.

Restano da valutare due elementi alla fine sempre importanti nelle scelte di qualsiasi wearable, autonomia e prezzo. Nel primo caso, la dichiarazione di una decina di giorni viene tranquillamente rispettata. Obiettivo agevolato dall’assenza del GPS e naturalmente a condizione di non sfruttare la modalità always-on per il display.

Il prezzo di 99 euro, ma si può trovare tranquillamente a 79 euro, invece, diventerà facilmente elemento determinante nelle scelte. A prima vista potrebbe addirittura fuori dal mercato. In realtà, la differenza si nota. Non necessariamente a prima vista, ma dell’insieme di tanti dettagli, indice di grande attenzione nella ricerca della migliore combinazione tra qualità di componenti e materiali, funzioni integrate e affidabilità. In sintesi, un tracker per chi sa cosa sta cercando, meno adatto invece per chi vuole sperimentare il mondo wearable senza sapere bene cosa aspettarsi.

Pubblicato il 30/11/2022


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