Anche in pandemia, un wearable fa bene alla salute
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Una ricerca Huawei durante la pandemia sottolinea l’importanza dei wearable come stimolo per salute e benessere
Tra le conseguenze più evidente della pandemia di Covid-19, e in particolare di periodi di lockdown, la difficoltà di praticare attività fisica. Un problema oggi ampiamente superato, sul quale però Huawei ha voluto indagare più a fondo, anche per capire il supporto dei wearable in situazioni del genere.
Tra gli indifferenti totali alla questione, i più appassionati frenati nel loro istinto sportivo e i problemi veri di chi invece accusa problemi di salute, il quadro è piuttosto vario. A coprire più di ogni altra cosa però, la conclusione secondo cui gli impatti si siano rivelati inferiori alle attese.
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Il movimento dei wearable over 50
Le restrizioni subite durante la pandemia non hanno in pratica messo in discussione la voglia di muoversi; in particolare, importante il ruolo dei wearable. Dalla ricerca condotta di diversi Paesi tra Asia, Nord America ed Europa, tra cui l’Italia, tra chi durante la pandemia ha iniziato a usare per la prima volta uno smartwatch o un tracker, hanno cambiato le proprie abitudini, incrementando il tempo dedicato all’attività fisica.
Soprattutto, aspetto altrettanto sorprendente, si parla di persone con età superiore ai 55 anni. Tra i tre Paesi con questa propensione più accentuata, al fianco di Francia e Germania c’è anche l’italia. Non è da intendersi come un indicatore di disinteresse da parte di più giovani. Semplicemente, lo stimolo ha raccolto maggiori consensi tra gli adulti.
Quasi come se il Covid-19 e le conseguenze più gravi subite da chi si è trovato in condizioni di salute precaria abbiano funzionato da campanello d’allarme anche per i più restii di fronte alla necessità di praticare attività fisica a qualsiasi età.
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Uno smartwatch è tutta salute
Più in generale, grazie al proprio smartwatch, un utente segue tra le quattro e le cinque metriche disponibili. Più del 70%, le utilizza per fissare e raggiungere obiettivi di miglioramento della condizione fisica e dello stato di salute in generale.
Per i produttori del settore, indicazioni importanti. Mentre la sfida sembra concentrarsi su funzioni per la salute maggiormente legate al contesto medico, l’utente dimostra di apprezzare invece le opportunità legate a migliorare la vita di tutti i giorni.
Un’esigenza pronta a entrare ufficialmente nel contesto lavorativo. La maggior parte dei lavoratori dipendenti partecipanti allo studio Huawei si è detta interessata all’utilizzo dei wearable per migliorare la propria salute sul posto di lavoro. A partire dalle funzioni di base, come conteggio dei passi, stimolo al movimento e controllo dello stress, l’idea è di convincere i datori di lavoro, come ritmi meno serrati e ambienti più accoglienti si possano trasformare in maggiore produttività
Ultimo aspetto da sottolineare, l’uniformità emersa dalla ricerca. Nonostante gli scenari esaminati siano tra i più diversi per usi, tradizioni e percezione della salute e dello stile di vita, alla fine gli obiettivi di poter tracciare la propria giornata per migliorare il benessere restano esigenza sentita a tutte le latitudini.
Pubblicato il 10/8/2022