Un Watch 6 non sempre vale la spesa, ma a volte sì

Un Watch 6 non sempre vale la spesa, ma a volte sì






Dal confronto tra Watch 6 e il predecessore Watch 5 non emergono molte differenze. Un passaggio invece interessante per chi ha modelli più vecchi

Mentre si accavallano le anticipazioni sul nuovo iPhone 12, da oltre un mese Watch 6 sta già affrontando la sfida del mercato. Le diverse novità, buona parte delle quali da intendersi come tali solo per i fedelissimi di Apple, rendono a tutti gli effetti il nuovo smartwatch qualcosa di più di una semplice evoluzione.

Per chi ha deciso solo ora di entrare nel mondo degli smartwatch, viene però da chiedersi, anche alla luce del prezzo, se valga sempre e comunque la pena di puntare diretti al nuovo modello o se invece non sia comunque più utile e conveniente iniziare da un Watch 5.

Autonomia, solo piccoli passi in avanti

Uno dei punti sui quali Apple ha insistito maggiormente è l’autonomia. Problema storico per Watch, spesso si fa fatica ad arrivare a fine giornata. Il nuovo processore S6 ha contribuito a migliorare la situazione. A meno di tenerci gli occhi fissati soprattutto il giorno, arrivare a fine giornata con lo smartwatch ancora acceso è ora quasi una certezza,

Considerando come anche la ricarica sita stata accelerata di circa il 20%, il nuovo modello rappresenta una soluzione valida per chi fa largo uso delle funzioni disponibili. Chi invece si limita a controllare saltuariamente ora e notifiche, probabilmente potrà guardare tranquillamente alla versione precedente.

Sempre in tema di autonomia, un altro aspetto è il display sempre acceso, variando solo la luminosità. Una funzione in realtà cambiata veramente poco tra le ultime due versioni. Sia come comsumi sia come visibilità. Di fatto, raramente potrà essere criterio decisivo per una decisione.

Discorso molto simile per quanto riguarda il processore S6. Oltre ai consumi infatti, le vere differenze in termini di prestazioni, comunque elevate, sono tutto sommato relative. La velocità della Serie 5 era già a buoni livelli. Semmai, la differenza è da cercare in watchOS7 e le relative animazioni. Considerazioni che raramente si riveleranno decisive.

Ossigenazione e barometro, le vere novità

Dove invece si può iniziare a cercare la differenza è il tanto pubblicizzato rilevamento dell’ossigeno nel sangue, il valore SpO2, e insieme a lui l’altimetro barometrico sempre attivo.

Fermo restando la validità indicativa e non medica dei valori rilevati, il sensore dedicato alla saturazione SpO2 è comunque una novità e un primo generico indicatore dello stato di salute. Soprattutto, quando si pratica sport e si sale in quota. Altrimenti, più di una reale necessità, in questo caso la scelta è questione di gusti personali.

C’è un altro aspetto importante in favore di Watch 5. A livello estetico, le differenze sono veramente minime, quasi dettagli. Spesso chi investe in un nuovo modello, prima di tutto ci tiene sia riconoscibile, e non possa essere confuso con uno dei tanti nelle serie precedenti.

Un salto a Watch 6 conviene, ma almeno da un Watch 3

In definitiva, considerando come l’aumento di autonomia sia comunque tale da precludere la possibilità di sfruttare il monitoraggio del sonno senza doverlo nuovamente ricaricare al mattino, come il supporto alla pratica sportiva sia più per appassionati Apple che per appassionati di sport, le ragioni per comprare un Watch 6 sono da valutare attentamente.

Chi ha già un Watch 5 può già contare sulle prestazioni decisamente migliorate di watchOS7 e di conseguenza non dovrebbe avere molti rimpianti nel tenerlo ancora per qualche tempo.

Diverso invece il discorso per chi ha un Watch 3 o precedenti. A questo punto, le differenze iniziano a essere evidenti e in prospettiva di passare a un modello nuovo, vale la pena di valutare l’ipotesi di saltare direttamente al più recente.


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