Tra le braccia di Dormio il sogno è servito
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Grazie al prototipo wearable Dormio, i ricercatori del MIT riescono a orientare i sogni e memorizzarli, così da stimolare la creatività
In quella parte del corpo umano per certi versi ancora ricca di misteri quale è il cervello, si nascondono alcuni tra i misteri meno esplorati dalla scienza, quelli legati al sonno. Qua, ha deciso di cimentarsi il MIT, arrivando con Dormio a un risultato tanto suggestivo quanto importante dal punto di vista scientifico.
Grazie a questa sorta di wearable, i ricercatori di Boston riescono infatti ai influenzare il sonno al punto da indurre i sogni. Se non proprio manipolarli a piacere, per il momento spingere una persona verso un sogno preciso.
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Il sogno Dormio in supporto alla creatività
Per quanto possa sembrare inquietante, in realtà Dormio ha scopi decisamente più nobili. L’idea è infatti stimolare la parte più creativa del cervello per aiutare a sviluppare idee e progetti. Il sonno infatti è uno dei momenti più favorevoli per trovare soluzioni a un problema. Il limite attuale è riuscire a controllarlo.
Chiave del problema è intervenire nella fase di ipnagogia, quello stato di semilucidità dove si manifesta la componente creativa durante i sogni, prima di cadere nel sonno profondo.
A tutti probabilmente è capitato di svegliarsi nel mezzo della notte con un’idea brillante, o presunta tale. Dopo essersi girati dall’altra parte ripromettendosi di trascriverla al mattino, al risveglio il ricordo è sfumato.
Con Dormio si tratta quindi prima di tutto di stimolare un certo tipo di pensiero, orientato alla creatività. Quindi, naturalmente di riuscire in qualche modo a tenerne traccia.
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Liberi di sognare
Il primo risultato è un prototipo già testato con risultati interessanti. Indossato tra mano e polso, il wearable traccia il sonno del soggetto trasmettendo i dati a un’applicazione. Quindi, al momento giusto, vengono inviati i relativi segnali audio utili a indurre il sogno desiderato.
Questo è possibile combinando il rilevamento della frequenza cardiaca, utile anche nei comuni smartwatch per l’analisi del sonno, e i piccoli cambiamenti di resistenza elettrica sulla pelle, conseguenza dell’attività delle ghiandole sudoriparie, quelle coinvolte nella regolazione del sudore.
La maggior parte dei soggetti sottoposti a test, tra cui buona parte dei ricercatori, ha fornito esiti positivi. È stato cioè possibile provocare un certo tipo di sogno in una persona, ma anche conservare informazioni per il risveglio e infine prolungare il periodo di ipnagogia, in pratica qualcosa di simile al dormiveglia, favorevole allo scopo.
Come riporta Livescience, il 67% dei volontari ha riportato di aver sognato uno stesso albero, indotto dall’esperimento. Uno in particolare, ha ricollegato una pianta nel giardino di casa della propria infanzia.
Curioso infine quanto successo a Tomás Vega, uno dei protagonisti della ricerca. Sottoposto al test, ha voluto provare a stimolare un sogno legato a La fabbrica di cioccolato, il proprio film preferito. L’esperimento ha avuto non solo successo; nella scena della cascata di cioccolato, Vega ha sognato cioccolato fondente. Dettaglio non dal poco, dal momento che lo scienziato è intollerante al lattosio.