Verso la fase 2 degli smartglasses, pronti a diventare normalità

Verso la fase 2 degli smartglasses, pronti a diventare normalità






Sotto la spinta imprevista del Covid-19, l’approccio agli smartglasses sta cambiando, con prospettive importanti per pionieri come Vuzix

Mentre i nomi più conosciuti del mondo IT, a partire da Google e Microsoft sul fronte smartglasses stanno soprattutto cercando di guadagnare tempo, Vuzix guida le fila di chi invece sulla tecnologia ha già scommesso forte.

In pratica, una situazione non molto diversa dalla posizione Tesla nel mondo delle autovetture elettriche. In casi del genere, si tratta soprattutto di una scommessa. Una sfida nella quale mettere alla prova le proprie competenze e abilità.

Uno scenario dove Vuzix è convinta di essere sulla strada giusta. Ancora di più, nel momento in cui l’emergenza Covid-19 sembra offrire un aiuto inaspettato.

Al punto da indurre diversi alti dirigenti aziendali a guardare con un occhio improvvisamente diverso a una soluzione in grado di risolvere una buona parte dei  tanti problemi presentatisi con il nuovo scenario.

Shot of a young businesswoman giving a presentation to her colleagues in an office

Smartglasses sinonimo di efficienza e sicurezza

L’idea è proporre una soluzione subito disponibile per mantanere, se non aumentare, la produttività aziendale anche adottando le nuove misure di sicurezza.

Secondo Vuzix, la crescita di popolarità degli smartglasses in questi mesi è già evidente. E non più solo per i settori di nicchia dell’assistenza tecnica o della formazione pratica a distanza. Tanti hanno iniziato ad apprezzare la praticità di effettuare videochiamate o partecipare a riunioni virtuali usando smartglasses come complemento ideale a un laptop o a videocamera e microfono separati.

Mantenendo le mani libere, si può infatti sfruttare la piena compatibilità con Skype e Zoom per condividere una visuale uguale tra oratore e interlocutore. Gli smartlasses permettono anche di condurre confronti più realistici, spostandosi  in modo naturale senza dover girare altri dispositivi.

Molto interessanti si sono già rivelate anche le potenzialità nel mondo della telemedicina. Dal seguire una ricerca più da vicino, contando sull’apporto a distanza di più  scienziati, a una nuova era della telemedicina, i riscontri sono evidenti.

Così come sarà sempre meno raro vedere addetti al lavoro nei magazzini dotati di smartglasses. Recuperare o organizzare merci diventa un’operazione più veloce e a minor rischio errore. Aspetto sempre importante, con minore impiego di operazioni manuali e quindi di contatti con oggetti.

Young students of chemistry working together in laboratory

L’aula a distanza diventa più vicina

Più futuristiche invece, ma non troppo, le ultime due applicazioni. In ambito sicurezza, anche solo per mantenere il distanziamento sociale o ricostruire i percorsi di persone contagiate da Covid-19, dotare forze dell’ordine di smartglasses abbinati a un’applicazione di riconoscimento facciale garantisce un salto di qualità nel buon esito dell’operazione

Infine, un tema molto discusso in questi giorni, la didattica a distanza. Nella visione Vuzix, il docente munito di smartglasses è in grado di mostrare agli studenti collegati in remoto esattamente la visuale desiderata, dal libro alla lavagna, fino a un semplice sguardo dritto negli occhi per stimolare l’attenzione.

Dal canto suo, Vuzix si dice già pronta a colmare una delle lacune ancora più importanti, peso e dimensioni dei dispositivi. Con la prossima generazione infatti, sarà difficile distinguere degli smartglasses da dei comuni occhiali.

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