Wearable e 5G, nel 2020 l’unione non farà la forza

Wearable e 5G, nel 2020 l’unione non farà la forza






Tra le tante previsioni per il 2020, ABI Reserch va controcorrente indicando cosa sicuramente non arriverà il prossimo anno. Sicuramente i wearable 5G

Obbligo o tradizione che sia, alla fine dell’anno arrivano inevitabilmente le previsioni di rito sui dodici mesi successivi. Questa volta invece ABI Research ha voluto andare controcorrente, proponendo le cinque innovazioni tecnologiche che nel 2020 non si avvereranno

Più di una sorta di malaugurio, una semplice considerazione realistica. Non si tratta infatti di segnare la morta anticipata di tecnologie comunque cruciali per il nostro futuro. Semmai, una presa di coscienza su tempi più lunghe del previsto.

Tutto parte da una ricerca interna dalla quale scaturiscono 54 tecnologie da tenere d’occhio nel 2020. Di queste, una larga maggioranza, 35, sono destinate comunque a influenzare profondamente lo scenario. Anche se legate a grandi attese, altre 19 risulteranno invece molto meno determinanti.

Tra queste, appunto cinque in particolare sono destinata a veder scorrere l’anno senza lasciare tracce particolari della propria presenza

Meglio soli che male combinati

Interessante scoprire come la prima sia la combinazione di due tra quelle più promettenti in assoluto, il 5G e il mondo wearable. In pratica, i wearable 5G non sembrano una priorità per i produttori.

D’altra parte, il 5G sarà comunque protagonista con la nuova generazione di smartphone. Per arrivare ai dispositivi indossabili però, serve prima sviluppare nuovi chipset dedicati e di conseguenza tutti gli altri componenti elettronici. In pratica, si tratterà di prodotti completamente nuovi, i cui tempi sono ancora prematuri.  

Addirittura, l’attesa rischia di rivelarsi decisamente lunga. La stima degli esperti indica infatti almeno nel 2024 l’affacciarsi di un’offerta di una certa consistenza.

Anche perché in effetti resta ancora da inquadrare con sufficiente precisione la reale utilità di wearable con integrata la tecnologia 5G. Almeno in Italia e in Europa, al momento le eSIM non hanno raccolto grandi successi, e la connettività preferita resta sempre il Bluetooth, lasciando allo smartphone il compito della trasmissione su larga scala.

Anche guida autonoma e IoT rallentano

Interessante, per quanto più facile da prevedere, anche il ritardo previsto per le auto a guida autonoma. Nonostante il gran parlare e l’enorme attenzione mediatica, è a affettivamente ancora molto presto poter parlare di una produzione di massa. Anche il settore più evoluto, quello commerciale, è destinato ad aspettare.

Così come la razionalizzazione dell’offerta IoT. Destinata a cambiare le abitudini di tantissime persone attraverso la robotica e i wearable, l’enorme quantità di dispositivi e relative connessioni da supportare rende necessario arrivare prima alla definizione di una piattaforma condivisa. Impresa, destinata a durare certamente più di un anno.

Completano infine il quadro tracciato da ABI Research due tecnologie di alto livello, i cui riflessi a livello consumer si vedranno comunque ancora più avanti.

È il caso del calcolo quantistico, destinato a rivoluzionare il mondo dei computer e dell’edge computing, una sorta di evoluzione del cloud pensata per trasmettere online sono i risultati di un calcolo e non più tutti i dati necessari, lasciando l’incombenza al dispositivo dove vengono prodotti.

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