Strava contro Garmin, lo scontro che non ti aspetti
L’accusa Strava a Garmin di copiare Segmenti e Heatmap apre un confronto dalle conseguenze difficili da prevedere, ma negative per gli utenti
Quel connubio Strava-Garmin all’apparenza naturale per la maggior parte di chi pratica sport, in realtà nasconde una rivalità molto più grande del previsto. Pronta ora a sfociare in una vera e propria prova di forza.
Due strumenti a prima vista perfettamente complementari, si stanno infatti scontrando su alcuni punti fondamentali. A smuovere le acque è stata ufficialmente Strava, quando poche settimana fa ha ufficialmente diffidato Garmin da inserire nella propria app Connect Segmenti e Heatmap, due caratteristiche fondamentali del popolare social network.
Secondo quanto riportato, questo violerebbe un accordo assunto tempo fa, nel 2015. Ignorate la richieste, si è presto passati alle vie di fatto, con una causa che chiede a Garmin di rimuovere le opzioni e sospendere la vendita dei dispositivi abilitati.
Garmin non è certo tipo da scendere a patti con chiunque altro e quindi la risposta non si è fatta attendere. La richiesta è di obbligare Strava a inserire il logo del produttore di smartwatch e ciclocomputer in ogni attività registrata e caricata, compreso ogni elemento ricavato dalle relative informazioni, come foto, grafici e analisi.

Poca voglia di trovare un accordo
Lo scontro va oltre un accordo o una semplice imitazione. L’accusa è apertamente di aver copiato la tecnologia, violando quindi dei brevetti.
La portata delle richieste Garmin sembra pensata apposto per alzare i toni dello scontro invece di cercare un accordo e proprio questo rischia di creare qualche problema non da poco anche ai tanti utenti di entrambi i contendenti.
Lo scontro è ancora in una fase iniziale, dove ciascuno è impegnato soprattutto a portare acqua al proprio mulino. Sicuramente, dietro Segmenti e Heatmap Strava ci sono brevetti, se e quanto siano stati violati da Garmin resta però ancora da dimostrare, almeno a livello legale.
Anche la richiesta di sospendere la vendita dei dispositivi abilitati appare poco probabile, come d’altra parte pretendere di inserire il proprio logo su qualsiasi elemento ricavato dai dati di una registrazione, praticamente tutti.

A rimetterci rischiano di essere gli appassionati
Per il social network, non è la prima volta che si trova in una situazione del genere. Più di un’integrazione è stata infatti rimossa per violazione degli accordi, tra le più note Relive, ma in questo caso la posta in gioco è decisamente più alta.
Dal canto loro, tra gli utenti regnano soprattutto perplessità e sorpresa. A chi compra un dispositivo per assecondare la propria passione, poco importa vederne il logo nel proprio diario delle attività, anche perché di fatto marca e modello compaiono già nel riepilogo.
D’altra parte, non è da ignorare una preferenza nel visualizzare post del cui confine tra informazione e pubblicità si potrebbe discutere.
Dal punto di vista pratico, difficile pensare a una rottura totale tra Garmin e Strava tale da rendere di fatto inaccessibile condividere i relativi dati. A differenza del passato, la posta in gioco è troppo alta per entrambi. La frattura però resta evidente e non è escluso possa sfociare in qualche fastidio per l’utente, come per esempio dover proceder manualmente alla sincronizzazione dopo ogni attività.
Pubblicato il 8/10/2025