Dove lo stetoscopio non può arrivare, ci pensano i wearable

Dove lo stetoscopio non può arrivare, ci pensano i wearable






Una serie di piccoli sesori permetterà ai sanitari di dare continuità ai segnali solitamente esplorati attraverso uno stetoscopio

Lo stetoscopio è uno degli strumenti più utili e utilizzati più di frequente dal personale sanitario per una prima verifica sulla salute del paziente. Un’operazione però per forza di cose da effettuare di persona, quindi difficile da seguire nel tempo. I risultati di un lavoro condotto presso la Northwestern University, possono però segnare una svolta.

I ricercatori hanno infatti messo a punto una serie di sensori indossabili utili per un monitoraggio continuo di alcuni parametri fondamentali, soprattutto in condizioni di salute delicate. In pratica, una versione più affidabile di quanto racchiuso in uno smartwatch, o più raramente in uno smartring.

Sempre pronti ad ascoltare

Si parla infatti di sensori la cui affidabilità non può essere messa in discussione. Non a caso, posizionati direttamente sulle parti del corpo dove i segnali sono più vicini alla fonte. In pratica, si parla di respiro, frequenza cardiaca, ma anche movimenti intestinali.

Applicati di conseguenza tra petto e addome, i sensori tengono traccia dei suoni emessi dal nostro organismo. Gli stessi osservati da uno specialista con uno stetoscopio, alla ricerca di potenziali anomalie. Un cambiamento se non addirittura un’interruzione, potranno in questo modo essere rilevati per tempo e intervenire di conseguenza.

Si parla di wearable decisamente ridotti per dimensioni e peso. Apparecchi di 4×2 cm, da applicare nel punto interessato. Totalmente autonomi nella memorizzazione dei dati, ma all’occorrenza collegati via Bluetooth a un dispositivo esterno per copia, analisi e trasmissione, si presume via app, hanno anche la particolarità di integrare due microfoni.

Precisione e affidabilità

Un primo, più prevedibile, proprio per auscultare i suoni interni dell’organismo nella parte interessata. L’altro invece, per cogliere anche la situazione ambientale. Sia per aiutare a ottenere segnali più puliti eliminando i disturbi, sia per aiutare inquadrare meglio la situazione in cui si verifichino eventuali problemi.

Il progetto è nato prima di tutto per migliorare l’assistenza ai neonati prematuri, anche già dalla gravidanza, ma dai primi test si è rivelato già utile anche per chi soffre di problemi polmonari in genere. Una visione continua e anche più precisa. Secondo i progettisti, l’equivalente di un team completo di specialisti impegnato con il proprio stetoscopio nello stesso istante su un paziente.

I dati ricavati serviranno inoltre per la ricerca futura. La possibilità di tracciare praticamente ogni respiro del soggetto interessato, aiuteranno a capire meglio alcuni meccanismi del corpo umano, ma soprattutto  riconoscere per tempo segnali di potenziali problemi di salute.

Pubblicato il 29/11/2023


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