L’autonomia è la vera preoccupazione dei wearable

L’autonomia è la vera preoccupazione dei wearable






Un utente su due di auricolari pronto a cambiare modello in cambio di una maggiore autonomia. Poco di meno per gli smartwatch

In un settore per la prima volta nella propria iovane storia alle prese con un rallentamento nelle vendite, la fedeltà degli utenti è fondamentale per difendere la posizione. Per questo, sono da tenere in seria considerazione i risultati di una ricerca IDC secondo la quale il 42,2% degli utenti di wearable è intenzionato a cambiare marchio in occasione del prossimo acquisto.

Una situazione fotografia del mercato USA, non molto lontano però da quanto succede anche in Europa. A rendere la scena ancora più delicata, per chi produce auricolari la tendenza è ancora più accentuata, al 53,3%. In pratica, un utente su due di hearable ha intenzione di passare a un modello diverso.

Secondo IDC, prima di tutto un segnale di maturità degli utenti. La capacità di guardare oltre il potere di attrazione di un marchio, per valutare anche gli aspetti più legati alle prestazioni e all’affidabilità.

Autonomia, punto dolente

Più di ogni altra cosa però, ad attirare l’attenzione è una questione nota da tempo, il vero e proprio punto dolente di qualsiasi dispositivo elettronico. Il 40,3% di chi sta valutando wearable alternativi è spinto infatti dalla durata della batteria giudicata insufficiente.

Pochi di meno invece, il 39,4% sono alla ricerca di alternative più economiche. Mentre un interessante segnale di maturità arriva da quel 30% alla ricerca di migliori prestazioni e nuove funzionalità, a partire da una migliore capacità di integrazione con altri dispositivi.

Spostandosi invece verso il mondo degli auricolati total wireless, in questo caso l’autonomia diventa ancora più importante. Nonostante gli sforzi dei produttori di fornire una riserva aggiuntiva attraverso la custodia, il 56,3% è pronto a cercare una soluzione migliore.

Anche il comfort viene comunque considerato importante. Poco più della metà, il 50,8% afferma di voler cercare una soluzione più pratica di quella in uso. Mentre un 39,8% si concentra espressamente sull’ergonomia degli hearable. In questo caso, è interessante sottolineare come il prezzo non rappresenti una priorità.

Lo scontro si fa diretto

Interessante a questo punto capire come e quando i protagonisti del settore decideranno di aggiustare le proprie strategie. La necessità di passare dalla conquista di nuovi utenti alla capacità di strapparne ai rivali è infatti ormai una realtà.

Difficile non andare con il pensiero subito al protagonista assoluto, vale a dire Apple. Nonostante la solidità del primato non sia ancora in discussione, l’autonomia è proprio il punto debole. In particolare, la difficoltà di arrivare a sera senza fare i conti con la carica residua di Watch.

Dalla ricerca IDC emerge anche un altro dato interessante. Il prezzo resta sempre importante, ma non è più necessariamente un elemento decisivo nella scelta. In questo senso, l’impegno dei produttori nel far comprendere le potenzialità di smartwatch e simili sembra aver raggiunto l’obiettivo.

Ora però, è il momento di cambiare, e proprio la ricerca di maggiore affidabilità probabilmente sarà uno degli argomenti principali del prossimo anno.

Pubblicato il 27/10/2022


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