Quando l’intelligenza monta in sella, nemmeno il buio può far paura

Quando l’intelligenza monta in sella, nemmeno il buio può far paura

Una panoramica sugli ingegnosi sistemi per illuminare la strada in bicicletta e aumentare la visibilità

Tra le maggiori paure per il ciclista, il buio occupa uno dei primi posti. Più ancora di freddo e intemperie, quando alle normali insidie del traffico si somma la mancanza di visibilità, la tentazione di lasciare la bicicletta in garage tende a farsi strada, soprattutto tra chi è alle prime armi. Se per situazioni come traffico e convivenza sulle strade la soluzione dipende quasi esclusivamente dal reciproco buon senso, quando si parla di sicurezza notturna, la tecnologia è invece in grado di offrire un ottimo sostegno.

Non a caso, l’argomento raccoglie attenzione crescente tra i produttori. Sia i principali marchi del settore sia ambiziose startup sono infatti alle prese con la messa a punto di strumenti in grado di aumentare la sensazione di scurezza al ciclista.

Tra i progetti più curiosi, e originali, Revolights batte tutti anche per la combinazione tra efficacia e risultato estetico. In pratica, l’azienda ribalta l’approccio tradizionale legato a una luce fissata al telaio in favore della collocazione di una serie di sensori sui cerchioni. In estrema sintesi, il sistema riconosce automaticamente movimento e posizione illuminando una  porzione di strada davanti e dietro alla bicicletta superiore a quella dei sistemi tradizionali. Inoltre, l’intensità varia in caso di frenata e in prossimità delle svolte.

Leggermente diverso l’approccio See.Sense. Fermo restando il principio del segnale variabile, l’intensità è legata più alle condizioni della strada rispetto al traffico, risultando quindi più adatta ai percorsi extraurbani. Raccogliendo e analizzando i dati degli tracciati percorsi dagli utenti infatti, l’idea è prevenire il pericolo segnalando in anticipo fondi stradali sconnessi o incroci a rischio e aumentare quindi la visibilità.

Interessante anche l’idea Mission Bicycle. In questo caso, si parla di una maggiore integrazione con la bicicletta. Proprio per questo, è anche l’unico tra quelli esaminati a richiedere un intervento materiale sul mezzo. In linea con la propria offerta di produttore di biciclette fortemente personalizzate, luce anteriore e posteriore son inserite nella forcella e nel tubo sottosella. Inoltre, nella parte superiore della forcella, in prossimità dell’attacco con il manubrio, viene inserita una batteria. Il tutto viene azionato da un pulsante collocato sopra la vite di fissaggio. Più estetico che efficace, il risultato è comunque apprezzabile.

Di stampo più tradizionale infine, la soluzione Garmin. Riprendendo il principio di segnali variabili a seconda della circostanza come sistema per attirare l’attenzione, più o meno come gli stop delle autovetture, Varia Light si può collegare al proprio GPS, rilevando le condizioni di illuminazione e la velocità della bici gestendo la profondità e l’intensità del faro, proiettando la luce dove è più necessario e, soprattutto, si comportano propri come i segnali abituali dei mezzi a motore. Quando rilevano una rapida diminuzione della vostra velocità, l’intensità della luce aumenta

Un altro spunto Garmin l’ha raccolto dall’osservazione di come il 40% degli incidenti in bicicletta siano  causati da veicoli che urtano i ciclisti, in particolare quando arrivano alle spalle. Il modello Radar Varia è quindi  in grado di rilevare e segnalarvi l’avvicinarsi di un mezzo alle spalle, fino a 140 metri e segnalare all’automobilista la presenza attraverso una luce che aumenta di intensità, in modalità statica o lampeggiante.

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