Dieci anni dopo iPhone X, la realtà virtuale farà diventare iPhone un ricordo

Dieci anni dopo iPhone X, la realtà virtuale farà diventare iPhone un ricordo

Giorni contati per lo smartphone, pronto a lasciare il posto a una combinazione di dispositivi smart quasi su misura

Per chi è da poco uscito da una lunga coda pur di riuscire ad accaparrarsi uno dei primi iPhone X e si trova nel pieno dell’onda emotiva alla scoperta del proprio nuovo giocattolo, potrebbe essere una notizia poco piacevole. Tuttavia, le possibilità che il modello del decennale rappresenti anche l’ultimo per come siamo abituati a concepire uno smartphone, non è per niente remoto.

A scombussolare le carta in tavola, la realtà aumentata e le diverse implicazioni. Una prospettiva solo pochi anni fantascientifica o poco più, oggi è molto più concreta di quanto si possa immaginare. E questo Apple lo sa bene, al punto da avere già iniziato a preparare la strada a un passaggio epocale del quale, facile prevedere, intende ancora una volta essere pioniere e protagonista.

D’altra parte, lo stesso Tim Cook, il CEO di Apple, non più tardi di un paio di mesi fa alla presentazione di iPhone X non ha fatto mistero di quanto la svolta sia imminente. Di fronte alla strategie passate della casa di Cupertino, c’è da scommettere che la ricerca sia già in fase molto avanzata. Ad aumentare la consistenza di questo scenario, un’analisi proposta da Newsweek, la seconda testata di una rilevanza internazionale a occuparsi della vicenda in pochi giorni, dopo le anticipazioni proposte dalla statunitense Bloomberg.

Per quanto possa sembrare difficile da credere, la convinzione che l’era degli smartphone abbia imboccato la parabola discendente è diffusa. Oltre alla riduzione della file davanti agli Apple Store in occasione dei nuovi lanci, la testata inglese sottolinea lo spostamento di interesse di quasi tutti i nomi capaci negli ultimi anni di dettare legge sul mercato: Amazon, Facebook, Google, Microsoft. Tutte, investono in misura importante nella ricerca di nuovi dispositivi, tecnologie e abitudini.

Il passaggio tuttavia, non sarà eccessivamente brusco. Un periodo di transizione sarà contraddistinto dall’aggiunta di funzionalità orientate alla mixed reality sugli stessi smartphone o dispositivi collegati. Nel giro di pochi anni tuttavia, la combinazione con intelligenza artificiale e IoT non tarderà a far apparire obsoleti gli oggetti dai quali oggi in pochi sono disposti separarsi anche solo per qualche istante.

Lo scenario non deve tuttavia spaventare, perchè le avvisaglie sono già più presenti di quanto si possa credere. Senza eccessivo clamore infatti, l’evoluzione ha già iniziato a farsi strada. Basti pensare non tanto ai visori per la realtà virtuale, ancora ingombranti e non particolarmente efficaci su larga scala, quanto alle varie forme di occhiali intelligenti capaci di andare ben oltre i limiti palesati dai Google Glass, o la crescente diffusione di auricolari smart e svariate altre tecnologie in grado di fornire assistenza sì virtuale alle attività di ogni giorno, ma molto concreta. Senza naturalmente dimenticare la crescita degli smartwatch, pronti a un salto di qualità con la conquista di una piena autonomia. In sostanza, quello di cui si parla tutti i giorni in queste pagine.

Newsweek definisce la nuova era come quella del Freedom computing. In pratica, una sorta di combinazione personale tra i tanti dispositivi disponibili, guidata dai gusti, dalle esigenze e dal contesto, senza preoccupazioni riguardo l’interconnessione e il recupero dei propri dati, sempre più destinati al cloud.

Dieci anni è il tempo stimato per completare la transizione. Forse non a caso, lo stesso periodo con cui Apple ha voluto celebrare alla grande il successo di iPhone. Nel frattempo, qualcuno non esita a guardare addirittura oltre. Anche se oggi a tanti probabilmente può far venire qualche brivido, c’è chi è pronto a scommettere sulla connessione diretta a livello neurale. In pratica, il primo passaggio versa una sorta di cyberumanità, pronta a comandare dispositivi e interagire con la sola forza del pensiero.

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