Non solo sport, ma tanta sicurezza sul lavoro nel futuro degli indossabili

Non solo sport, ma tanta sicurezza sul lavoro nel futuro degli indossabili

Lo scenario futuristico ma non troppo di Dimension Data sulle potenzialità delle tecnologia wearable

Il grande favore incontrato dai dispositivi indossabili tra gli appassionati di sport e attività all’aria aperta, in genere è per buona parte da ricondurre alla qualità e alla quantità delle informazioni grazie alle quali esaminare e ripercorrere le proprie prestazioni. Come prevedibile, una domanda in costante crescita, pronta a trasformarsi in impegni gravosi per chi i dati è chiamato a gestirli ed elaborarli.

Da questa situazione però, nascono anche importanti sviluppi per un’estensione nell’analisi dei dati in grado di migliorare la qualità della vita in diversi contesti. In particolare, l’esperienza può tornare utile per un aspetto della vita tanto importante quanto il tempo libero: il lavoro.

A lanciare il tema, un’interessante riflessione di Matthew Drayson, analytics and information services director di Dimension Data Australia. Più o meno come i dispositivi wearable si stanno rivelando uno stimolo importante nel favorire o aumentare l’attività fisica, l’analisi dei dati non influisce solo sulle prestazioni, ma anche sulla salute stessa.

Una società più in forma può quindi diventare anche una società più sicura sul posto di lavoro. “Le potenzialità sono praticamente le stesse – osserva Drayson -. L’utilizzo tuttavia è nettamente inferiore alle potenzialità. Credo una delle ragioni principali sia la scarsapropensione del singolo utente e la carenza dei relativi strumenti di supporto”.

Se l’appassionato è infatti in grado di caricare i dati della propria prestazione non appena davanti a un PC, nel campo del lavoro manca una piattaforma software di pari portata. Per una società come Dimension Data, una prospettiva tutta da scoprire. Basti per esempio capire cosa possa significare in fatto di sicurezza dotare di dispositivi indossabili lavoratori come minatori, muratori, operari, marinai o tanti altri ancora per avere sotto controllo le condizioni di salute, ambientali e una larga serie di altre informazioni. Il tutto con impatti praticamente nullo sulla pratica abituale. Per esempio, si parla di sensori applicati alla biancheria, o di semplici fascette inserite nei caschi di sicurezza.

Al riguardo, l’azienda può già contare su un importante esperienza. Nel Tour de France 2016 ha infatti dotato di un apposito trasmettitore le biciclette di tutti i corridori in gara. Sfruttando il cloud computing, attraverso un aereo al seguito del gruppo, un TIR allestito come una sorta di data center mobile ha raccolto ed elaborato miliardi di dati sui ciclisti. In tempo reale, sono stati messi a disposizione dei media, ma anche delle stesse squadre.

Dietro l’aspetto sportivo, non ha quindi esitato a manifestarsi anche una serie di importanti opportunità per le aziende. La piattaforma è già stata guardata con interesse da diverse realtà pronte a integrarle nei propri sistemi. Non servirà quindi aspettare più di tanto, prima di vedere entrare i sistemi wearable nell’equipaggiamento di serie di tante professioni. A tutto vantaggio della sicurezza; dei lavoratori stessi in prima battuta, ma anche di tantissimi altri. Basti pensare ai benefici di poliziotti o pompieri meglio assistiti da remoto nello svolgimento dei propri incarichi.

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