Diecimila è meglio, ma anche quattromila passi sono tutta salute
L’obiettivo ormai iconico di diecimila non deve più fare paura, in alcuni casi possono bastare quattromila passi, e neppure tutti i giorni
Tra i meriti più importanti di Fitbit, aver attirato a suo tempo l’attenzione sull’importanza di fare movimento, senza necessariamente cimentarsi in attività fisiche impegnative. Invito tradotto nel molto concreto, e raggiungile, obiettivo di diecimila passi al giorno.
Proposta sicuramente valida, e confermata ancora oggi, ma con qualche precisazione in più grazie ai dati raccolti e alla serie di studi più rigorosi condotti nel frattempo, utili per distinguere diverse situazioni.
Fermo restando l’utilità indiscussa di arrivare a quota diecimila, non sempre va considerato un limite imperativo o valido per tutti. In particolare, lo studio più recente condotto da Mass General Brigham abbassa a quattromila passi la soglia minima per ricavare benefici significativi.

Quattromila possono bastare
Considerazioni rivolte soprattutto ai meno giovani, persone spesso alle prese con problemi fisici e le conseguenze di una maggiore inattività. Non a caso, oggetto della ricerca sono state oltre tredicimila donne di età avanzata, eta media 71,8 anni, alla ricerca di legami tra il movimento settimanale e problemi cardiovascolari.
I risultati sono per certi versi incoraggianti. I primi benefici sono raggiungibili già con quattromila passi anche solo due o tre volte la settimana. Il minimo indispensabile, utile per abbassare il rischio di problemi anche gravi.
Naturalmente, sottolineano gli autori nei risultati pubblicati su The British Journal of Sports Medicine si parla di una soglia minima. Aumentando l’impegno, aumentano anche i benefici. Nel caso specifico, sono stati tracciati i progressi fino a settemila passi.

I conti si fanno a fine settimana
A partire dai quattromila, si è riscontrato un abbassamento del 26% nel rischio mortalità, e del 27% di esposizione a problemi cardiovascolari. Portando la frequenza dei quattromila passi ad almeno tre giorni la settimana, il rischio mortalità scende del 40%.
Un altro aspetto importante, è il legame scoperto non tanto tra le distanze giornaliere, quanto tra quelle settimanali. Più di attività tutti i giorni, conta infatti l’esercizio nell’arco di tempo più lungo, fermo restando la regolarità nel tempo.
Un vantaggio in più in termini di stimolo, con la possibilità di concentrare l’impegno nelle giornate più favorevoli, senza doversi sentire in colpa quando non sia possibile, o semplicemente non si abbia voglia, di mettersi in movimento.
Dopo questi risultati, ora l’intenzione è allargare la portata della ricerca ad altre fasce di età. Sarà così possibile capire meglio se e quanto a suo tempo Fitbit ci aveva visto giusto.
Pubblicato il 31/10/2025