Quando un’app per la salute si trasforma da alleato a nemico
Senza indicazioni certe e consigli realmente personali, un’app per la salute può rivelarsi controproducente, fino a minare la motivazione
Dietro i promessi, e spesso indiscutibili vantaggi di affidarsi a un’app per migliorare la propria salute, a volte può nascondersi anche una realtà molto meno rassicurante. In alcune situazioni infatti possono trasformarsi da prezioso alleato a pericolo nemico per la propria stabilità emotiva.
Un argomento decisamente più delicato di quanto si possa pensare, non a caso ripreso British Journal of Health Psychology con uno studio sulle conseguenze a livello psicologico di cinque tra le app per la salute più diffuse.
Un lavoro condotto in parte grazie a strumenti moderni messi a disposizione dall’intelligenza artificiale, analizzando su X quasi sessantamila post contenenti commenti inviati dai rispettivi utenti di MyFitnessPal, Strava, WW – Weight Watchers, Workouts by Muscle Booster e Fitness Coach & Diet.

La strada verso la salute non è uguale per tutti
L’obiettivo era individuare sentimenti negativi collegati a quanto stimolato dalle app per la salute, a partire dalla forzatura nell’attività fisica, per passare a quelle sull’alimentazione. Spesso situazioni dovute per esempio alla difficoltà oggettiva di calcolare le calorie, assunte e bruciare in misura affidabile.
Alla quale spesso si affianca la frustrazione derivante da difficoltà nello sfruttare questi software, o a notifiche non sempre in linea con esigenze o richieste.
Situazioni dalle quali può scaturire un disagio al di là del semplice fastidio di non trovarsi a proprio agio nell’utilizzare uno strumento verso il quale in genere sono riposte molte aspettative. Stimoli, consigli o semplici indicazioni non in linea con la propria persona possono infatti produrre insicurezza a livello sociale, demotivazione e delusione in genere.

Effetto boomerang
Fermo restando la validità di app per la salute nel guidare verso uno stile di vita migliore, i ricercatori sono arrivati ad alcune considerazioni interessanti. Prima di tutto, il rischio di arrivare a situazioni di colpa se sono si raggiungono gli obiettivi proposti, con il rischio di sentirsi inadeguati, se non addirittura falliti.
Con il rischio quindi di ottenere l’effetto contrario, dove metriche troppo rigide e generiche, rischiano di frenare la motivazione e allontanare le persone dallo scopo principale.
Concentrandosi esclusivamente su calorie bruciate o peso perso, si finisce infatti per trascurare aspetti più importanti come la gratificazione personale e la possibilità di condividere un traguardo raggiunto, realmente raggiungibile.
Dalla ricerca scaturisce quindi un consiglio rivolto a tutti i produttori di app per la salute, e non solo a quelle prese in esame. Riprogettare i software sostituendo la logica del controllo e del richiamo all’ordine con un approccio centrato sul benessere complessivo. In pratica, una sorta di empatia digitale, eventualmente supporta dall’intelligenza artificiale.
Pubblicato il 30/10/2025