Le differenze tra Apple Watch 11 e Watch 10 da valutare per l’acquisto
Il passaggio generazionale di Apple Watch 10 limita le novità di Watch 11, ma l’autonomia può fare la differenza nella scelta
Superata l’emozione del momento, a ogni nuovo annuncio di Apple, per i supporter più fedeli è arrivato il momento della fatidica domanda: vale la pena di passare al modello appena presentato, oppure si può tranquillamente continuare a fare affidamento su quello precedente, e rimandare l’investimento? Un dilemma al quale non si sottrae Watch 11.
Può quindi tornare utile analizzare le differenze rispetto a Watch 10 e capire meglio come orientarsi. Nonostante gli annunci annuali infatti, i veri e propri cambi generazionali avvengono su un periodo più lungo e questo per lo smartwatch Apple è successo appena lo scorso anno.
Questo però non significa assenza di novità. Sicuramente però, meno clamorose e quindi da valutare con cura. Ci sono infatti alcuni dettagli da non sottovalutare. Sulle funzionalità legate alla salute da una parte, ma anche qualche ritocco all’hardware pronto a tornare utile in alcune situazioni.
Naturalmente, più è lontano l’acquisto del proprio Apple Watch a ritroso nel tempo, maggiore sarà la differenza e quindi la prospettiva di un aggiornamento più concreta, ma anche chi ha un Watch 10 non dovrebbe ignorare del tutto l’ipotesi.
A partire da un aspetto insolito quando si parla di Apple. Nell’ultimo annuncio, il prezzo non è aumentato. Anzi, in alcuni Paesi è addirittura diminuito rispetto all’annuncio delle versioni precedenti.

Un alleato della salute su cui contare giorno e notte
C’è poi un aspetto concreto importante. Sui modelli con cassa in alluminio, quelli di prima fascia, lo schermo è protetto da un vetro Ion-X con un rivestimento in ceramica, una soluzione sviluppata da Apple, a suo dire robusta il doppio contro graffi e danneggiamenti. Può significare scongiurare del tutto la prospettiva di utilizzare le poco belle protezioni come quelle in uso sugli smartphone
In sede di presentazione, l’attenzione su Watch 11 è stata rivolta però alle funzioni sulla salute. Due in particolare, a partire da una rinnovata analisi del sonno, con relativo punteggio frutto delle letture notturne combinate agli altri parametri di salute.
In attesa di capre se e quando Apple riuscirà a venire a capo della sfida sulla pressione nel sangue, è stato introdotto il controllo dell’ipertensione, provando a rilevare indicatori di potenziali situazioni cronici.
Da sottolineare però, le stesse funzioni saranno disponibili anche sulle versioni precedenti, fino alla 9, con l’aggiornamento a watchOS 26.

Autonomia, la vera discriminante
C’è poi un punto importante quando si parla di Apple Watch, l’autonomia. Storicamente nettamente inferiore alle alternative, nella circostanza Watch 11 è dichiarato come in grado di arrivare a 24 ore. Condizione indispensabile per usare l’analisi del sonno, comporta tuttavia la necessità di trovare un momento della giornata da dedicare alla ricarica. Anche se, importante precisare, la stima molto prudente considera attiva la modalità di display sempre acceso.
A conti fatti, questo probabilmente è il vero nodo della questione. Chi non è interessato a indossare lo smartwatch anche di notte per ricavare la relativa analisi, gusti a parte, difficilmente sentirà il bisogno di passare a Watch 11.
Altrimenti, per chi l’autonomia rappresenta una priorità, allora la prospettiva di una maggiore praticità, potrebbe valere la spesa.
Pubblicato il 18/9/2025