Sulla strada dei Raptor c’è spazio solo per il divertimento

Sulla strada dei Raptor c’è spazio solo per il divertimento






Anche nella seconda parte del test, dedicata alle funzioni avanzate, gli smartglasses Everysight non smettono di impressionare

Nell’esplorare le funzionalità avanzate, le ottime impressioni rilasciate dagli Everysight Raptor a un primo utilizzo basilare, possono solo essere confermante, se non addirittura andare oltre. Al momento di sfruttare il pacchetto completo di opportunità, senza limitarsi al tracciamento dei percorsi, gli smarglasses  con realtà aumentata pensati per il ciclismo riescono infatti a dimostrare tutto il proprio valore.

Dopo il test su strada, terreno di sfida per la seconda parte della prova è lo sterrato su pista ciclabile. Quindi mountain bike, cambiando anche scenario di riferimento. Non l’uscita vera e propria di allenamento, quanto invece una più tranquilla escursione in clima da cicloturismo.

Mentre per registrare un’attività serve solo assicurarsi di aver messo in carica i Raptor prima di inforcarli, accenderli, e avviare la funzione Just Ride, in questo caso è necessario un piccolo lavoro preparatorio.

Spazio ai preliminari

Prima di tutto per caricare il percorso e poter così visualizzare sul display per la realtà aumenta la mappa e le indicazioni del caso. L’operazione si rivela molto lineare. Unico requisito, disporre di un tracciato in formato gpx.

Con i Raptor collegati al PC via USB, si copia manualmente il file nella relativa cartella. Oppure, via app si può sfruttare la sincronizzazione. Da sottolineare la perfetta trasparenza d’uso tra le diverse opzioni, Mentre infatti per i lavori più complessi, e per le analisi più approfondite, si rivela pratico lavorare da PC, per semplici sincronizzazioni o selezione di percorsi anche l’app è all’altezza della situazione.

Unico appunto, al momento, e in modo particolare in Italia, non si rivela molto utile il catalogo di tracciato pubblici disponibili nella community Everysight. Certamente, da una parte problemi di gioventù. Dal’altra però, la sensazione di un doppione non necessariamente utile, con i tanti software già disponibili e già affermati. In questo senso, può tornare utile la possibilità, un po’ nascosta, di connettersi direttamente a Strava.

Mappe e colonna sonora per il corredo del perfetto ciclista

Prima di mettersi in marcia, si può sfruttare un’altra opzione dei Raptor. Esattamente come si è caricato un tracciato, si può caricare della musica nella rispettiva cartella all’interno degli smartglasses. Musica diffusa successivamente attraverso gli speaker. Possibilità quindi da valutare anche in base alle persone che stanno intorno. Comunque, alternativa ideale all’utilizzo poco saggio di auricolari.

A questo punto, non resta altro se non scegliere il tracciato desiderato, anche direttamente dai Raptor, e iniziare a pedalare. Se non si parte esattamente dal percorso memorizzato, il display indica direzione e distanza per raggiungerlo nel punto più vicino.

Una volta imboccato, le indicazioni si rivelano essenziali ed efficienti. Anche se arricchito delle ulteriori informazioni della mappa, il display per la realtà aumentata non disturba la guida. Su itinerari in MTB per loro natura più immersi nei boschi e quindi soggetti a frequenti cambi di luce, non ci starebbe male un sensore per regolare in automatico la luminosità.

Tutto a portata di vista

Strada facendo, si apprezza presto un’altra opzione, la segnalazione di notifiche. Messaggi e chat vengono visualizzati temporaneamente sulla parte inferiore del display risultando ben leggibili e senza interferire più del necessario con mappa e cruscotto. Come facile prevedere invece, meno efficace si rivela la gestione delle chiamate. Per quanto sensibile, il microfono si trova per forza di cose a una certa distanza dalla bocca. Quindi,  risente di vento e rumori ambientali abbastanza da doversi fermare per riuscire a condurre una conversazione.

Dove invece i Raptor si fanno apprezzare una volta di più è la sezione foto e video. Impostata nell’occasione sui livelli inferiori di definizione per sfruttarne al massimo la qualità di scatti e riprese, emerge in effetti la vera natura della funzione. Giustamente, molto più orientata al modo social rispetto a immagini e video di alta qualità.

Per i video in particolare, la modalità 480p a 30 fps, assicura la fluidità dei movimenti e soprattutto la sovraimpressione del pannello dati, vero e proprio elemento distintivo e promozionale dei Raptor. Al punto da chiedersi come mai non si possa fare lo stesso, eventualmente come opzione, anche per le fotografie. Da sottolineare comunque, come in questo caso il download possa essere effettuato direttamente su smartphone, tablet o anche PC via Wi-Fi diretto, quindi senza connessione USB.

Fermo restando le considerazioni sul prezzo, dopo la prova sul campo un po’ più giustificato rispetto alle apparenze, anche se comunque impegnativo, anche in questo caso gli Everysight Raptor confermano tutta la propria validità. Se su strada e in allenamento si riesce ad apprezzare di più la parte informativa, nell’escursionismo la disponibilità delle mappe si rivela indispensabile già dopo pochi Km. In entrambi i casi, la possibilità di portarsi a casa fotografie e video a piacere da un punto di vista insolito si conferma un ottimo punto di forza.

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