La visione completa Cyclevision in testa alla corsa per superare le action cam

La visione completa Cyclevision in testa alla corsa per superare le action cam






Il casco da bicicletta Cyclevision con doppia telecamera si candida a compagno di viaggio ideale per il ciclista

Per tantissimi appassionati di sport all’aria aperta, ciclisti in particolare, una action cam è diventata sempre più spesso una fedele compagna di viaggio. Per ottenere le riprese più ad effetto, la posizione ideale è in genere quella sul casco, non priva tuttavia di controindicazioni. A differenza del casco da moto infatti, il rapporto con il peso è decisamente superiore e può risultare quindi fastidiosa. Inoltre, la stabilità può tradire proprio nei momenti più concitati e finire per registrare da angolazioni del tutto inutili, come per esempio la superficie del casco stesso.

A mandare in pensione tutto questo, con ottime probabilità di riuscita, vuole provarci Cyclevision. Come capita spesso in circostanze del genere, un’idea tanto semplice quanto efficace. Invece di dover montare ogni volta la telecamera sul casco con accessori spesso improbabili, è integrata direttamente nel telaio. E siccome qualcuno potrebbe pensare che tale soluzione ne possa limitare la visuale, i progettisti australiani non hanno esitato a raddoppiare. Sono infatti due le ottiche inserite nel casco da bicicletta. Una per riprese anteriori e una per quelle di chi sta a ruota, o semplicemente per inquadrare una panoramica più completa senza distogliere lo sguardo dalla strada.

Dal punto di vista pratico, Cyclevision si presenta in modo impeccabile. A prima vista, è molto difficile cogliere la differenza rispetto a un comune casco da bicicletta di buona fattura. Solo osservando da vicino è possibile notare le ottiche. Buono anche il lavoro di integrazione; le telecamere hanno infatti lo spessore del casco, risultando quindi perfettamente inserite nel contesto. La doppia presenza contribuisce anche a bilanciare meglio il tutto. L’unico appunto che si può avanzare in questo contesto, è il prevedibile aumento di peso. L’insieme di 410 grammi è infatti qualcosa al quale necessario abituarsi.

Poco da appuntare invece, sul fronte operativo. Ideale infatti anche l’operatività, con il pulsante di comando subito sopra la telecamera posteriore. Per fissare i propri ricordi, non serve altro se non premerlo per avvio e stop. La copertura complessiva di 320° è la combinazione delle singole ottiche da 160°, praticamente quasi tutto intorno a sè. Le registrazioni vengono salvate su due MicroSD da 32 GB, mentre la ricarica è affidata a una porta MicroUSB. Proprio questi due aspetti, potrebbero rivelarsi i punti deboli di fronte a condizioni climatiche critiche, con pioggia, fango o polvere. Oltre ad alternativa per scaricare i dati, la connessione Wi-Fi è infine fruibile per lo streaming in diretta sullo smartphone.

Gli amanti delle lunghe escursioni potrebbero trovare limitative anche le 2,5 ore di durata della batteria. Difficile però pensare alla reale necessità di riprendere per intero un’escursione di 4-5 ore. In ogni caso, un’autonomia in linea con le normali action cam, anche se in questo caso manca la possibilità di utilizzare batterie aggiuntive.

Quando innovazione e passione si combinano, spesso il prezzo si rivela di quelli impegnativi, e Cyclevision non fa eccezione. Previsto in consegna a luglio, è possibile ordinarlo per il momento a 450 dollari australiani, rispetto ai 600 del listino ufficiale. Tradotto, sono circa 290 euro, comunque più della combinazione di un buon casco e una action cam di fascia media. Aspetto da non trascurare, anche molto più versatile, per quanto nella circostanza meno pratica.

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