Con Third Thumb si può sempre contare su una mano in più

Con Third Thumb si può sempre contare su una mano in più

Più curiosa che pratica, l’idea estende il concetto delle protesi alla ricerca di nuove funzionalità

Fino a oggi, protesi e apparati simili sono stati concepiti essenzialmente come rimedio a disfunzioni fisiche. Eppure, la combinazione di meccanica ed elettronica presente all’interno, li rende oggetti tecnologicamente all’avanguardia. Danielle Clode, designer neozelandese, ha preso spunto da questa considerazione per andare oltre e sfruttarne le potenzialità in modo pi esteso.

Il risultato è tanto insolito quanto interessante, anche se francamente appare difficile attribuirgli potenzialità reali. Third Thumb, letteralmente Terzo pollice, è una sorta di appendice da applicare a una mano e controllata da movimenti del piede, nell’intento di trarne benefici a livello di motricità, Al tempo stesso, anche una sorta di esperimento scientifico per esplorare la reazione del copro umano agli impulsi trasmessi da estensioni artificiali.

L’idea è capire se e quanto un terzo pollice (in realtà con movimenti simili alle altre dita) possa rivelarsi d’aiuto in alcune circostanze espandendo gli effetti del coordinamento tra arti. Realizzato in materiale flessibile stampato a 3D, Third Thumb è costruito intorno a due motori inseriti all’interno del bracciale che fissa l’apparato al braccio ed è controllato da altrettanti sensori collocati nelle parte interna delle scarpe. La comunicazione avviene via Bluetooth. La configurazione intende sfruttare ed estendere il coordinamento tra movimenti che coinvolgono i diversi arti, come per esempio guidare un’autovettura o suonare un pianoforte per migliorarne le potenzialità.

Al momento, dal proprio studio di Londra la designer non si è spinta più di tanto nell’indicare una precisa direzione per altre applicazioni pratiche. L’obiettivo principale sembra stimolare una discussione al riguardo. Cercando in dettaglio però, emergono un paio di indicazioni. Una decisamente più concreta, come ausilio per strumenti quali una chitarra e andare quindi alla ricerca di nuovi suoni. L’altra, molto più estetica. Si parla infatti di una nuova forma di modifica del proprio corpo, non molto diversamente da un tatuaggio o un’operazione di chirurgia estetica.

Per quanto difficile da credere, e alla fine dei conti da non prendere più di tanto in seria considerazione se non come pura curiosità, l’obiettivo è rendere Third Thumb qualcosa di ordinario, cui abituarsi in modo non molto diverso da dei comuni occhiali.

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