Il vecchio cuore Palm batte ancora, in un minuscolo smartphone

Il vecchio cuore Palm batte ancora, in un minuscolo smartphone






Precursore degli smartphone, lo storico marchio di palmari ritorna con un dispositivo piccolo ma completo, sempre pronto all’uso con discrezione

Grande quanto un ciclocomputer, potente come uno smartphone, o quasi. Con un ambizioso tocco di eleganza. La scommessa Palm per ripresentarsi al mercato dopo alcuni anni di lontananza è affidata tutta a un dispositivo popolare ma al tempo stesso originale.

Ridurre all’estremo dimensioni e peso dello smartphone apre infatti la strada a più opportunità di quelle alle quali rinunciare. Al punto da poter definire Palm, una sorta di primo telefono portatile wearable.

Ai più giovani probabilmente il nome Palm non dice molto. Eppure il marchio statunitense, passato per un certo periodo anche tra le fila HP, ha scritto pagine importanti nella storia del mondo mobile.

A Palm infatti, spetta il merito di aver dato lustro ai cosiddetti palmari, una sorta di antenato dello smartphone, una ventina di anni fa circa. Quasi un piccolo PC abbastanza piccolo da stare in tasca e al tempo stesso abbastanza potente da mettere a disposizione numerose funzioni oggi date per scontate, Office e giochi compresi.

Piccolo, grande smartphone

Oggi però, impossibile prescindere dallo smartphone come punto di partenza e proprio da qui riparte la storia Palm in una veste totalmente rinnovata, staff compreso, sotto le insegne TLC Communication. L’idea è garantire a chi non vuole rinunciare mai alla connettività, di contare su un dispositivo sempre pronto all’uso e senza problemi di trasporto.

Lo smartphone/palmare ha un display da 3,3”, e rimane allineato allo standard di adottare due fotocamere, frontale da 8 MP e posteriore da 12 MP. Niente salti nel buio anche con il sistema operativo (la lezione di Palm OS sembra sia servita) , andando sul sicuro con Android e quindi tutte le relative app.

In particolare, interessante la modalità Life Mode, grazie alla quale scegliere solo le notifiche desiderate. In pratica, permette di restare sempre connessi senza essere distratti da situazioni ritenute non interessanti.

Quando Life Mode è abilitata, non si viene disturbati da chiamate o messaggi, finché a quando lo schermo è spento. Non appena si sblocca il display  però, tutte le notifiche si recuperano. Considerate le dimensioni, al riguardo diventa importante anche un meccanismo di sicurezza a livello superiore, come il riconoscimento facciale.

Da smartphone a wearable

Considerata la destinazione d’uso, fondamentale anche resistenza all’acqua IP68 e vetro Gorilla Grass. Grazie a questo, Palm è quindi pronto a trasformarsi in dispositivo a uso della pratica sportiva. Dalla trasporatbilità decisamente migliore per chi corre, all’alternativa all’ormai immancabile ciclocomputer per gli appassionati di bicicletta.

In pratica, significa poter registrare e caricare le proprie attività su programmai come Strava, senza dover più passare per dispositivi terzi.

Al centro di tutto, una configurazione hardware comunque di tutto rispetto. Processore Qualcomm 435  Octa-core, cassa in alluminio, memoria RAM da 3 GB RAM e 32 GB di archivio. Per un ingombro di 50,6×96,6×7,4 mm e un peso di  62,5 grammi.

Unico punto debole, facilmente prevedibile, una batteria da 800 mAh. Limite non tanto per arrivare a fine giornata (il display piccolo riduce drasticamente i consumi), quanto per la disponibilità del GPS, ridotta a meno di cinque ore. Decisamente al limite per le escursioni più impegnative.

Un concentrato di tecnologia quindi, dove però il prezzo non si rivela allineato. Per un prodotto ambizioso ma particolare come Palm infatti, 349 euro rischiano di scoraggiare buona parte dei possibili acquirenti.

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