La visuale Engo 2 rilancia gli smartglasses

La visuale Engo 2 rilancia gli smartglasses






Una nuova concezione di smartglasses permette a Engo 2 di ridurre peso e dimensioni al servizio dello sport

Mentre sul mercato degli smartglasses i grandi nomi prendono tempo, diverse piccole startup sono al lavoro con progetti dedicati, in genere di nicchia. Tra le più attive, per Engo è il momento di presentarsi con Engo 2, evoluzione del primo modello dedicato al mondo dello sport; ciclismo, corsa e triathlon in particolare.

A prima vista, il risultato sembra decisamente interessante. A partire dal peso, limitato in soli 36 grammi per la versione standard e di 41 grammi per quella con la lente più grande.

In particolare, colpisce il risultato raggiunto in termini di ottimizzazione dell’ingombro. Visti da fuori infatti, gli Engo 2 appaiono esattamente come dei comuni occhiali tecnici. Su tutti, spiccano le linee delle stanghette. Un punto delicato degli smartglasses finora proposti, perché utilizzate per inserire la maggior parte dell’elettronica necessaria.

Occhiali fuori, smartglasses dentro

Soluzione parzialmente adottata anche in questo caso, con risultati decisamente migliori sotto il profilo estetico. Complice anche le tendenze attuali di montature di dimensioni abbondanti, la differenza è quasi trascurabile.

La scelta interessante è essere riusciti a racchiudere tutta la tecnologia necessari all’interno di un piccolo modulo inserito praticamente per intero nel nasello. Invece di adattare una montatura ai componenti, in questo caso si è partiti dalle forme anatomiche per trovare spazio a tutto il necessario. Compreso il sempre critico proiettore.

Merito della tecnologia viluppata da Activelook, specialista del settore, dove si nota solo una leggera sporgenza sulla destra. Una posizione comunque inedita rispetto alle alternative esplorate finora, in genere tra la stanghetta e la cerniera.

Come i predecessori, anche Engo 2 sono occhiali tecnici, con un bacino di utenza ben preciso. Se da una parte questo può significare limitare i potenziali utenti, dall’altra i benefici sono evidenti.

Tutto sotto controllo, senza distrazioni

Nel mondo della corsa e della bicicletta, o di entrambi, le informazioni necessarie sono poche, ma precise. Non serve quindi pensare a una visualizzazione a colori e ricca di dettagli. La realtà aumentata proiettata sulla lente si limita quindi alle informazioni su velocità attuale o media, tempi della prestazione, frequenza cardiaca e cadenza rilevate dai relativi sensori.

In pratica, una visione aggiuntiva ai classici ciclocomputer o smartwatch. Utile in particolare durante una gara, dove ogni distrazione può rivelarsi decisiva, ma anche durante un allenamento o un’uscita più tranquilla, per non distogliere lo sguardo dalla strada.

Engo 2 infatti, non si candida a sostituto degli strumenti tradizionali. Intende semmai aggiungersi, per completare la visibilità sulla prestazione e la condizione fisica. Non a caso, oltre all’app può collegarsi a numerosi dispositivi, a partire da Garmin, Suunto ed Apple, con i quali scambiare informazioni.

In favore della praticità c’è un altro aspetto da sottolineare. Gli smartglasses possono essere comandati attraverso gesti, superando così la comunque valida soluzione dell’interfaccia a sfioramento ancora oggi sfruttata in buona parte dei modelli.

Engo 2 garantisce un’autonomia di dodici ore, in grado quindi di coprire anche la giornata più impegnativa. Non alla portata di tutti il prezzo di 329 euro, comunque in linea con i prodotti paragonabili per caratteristiche, ma all’apparenza decisamente meno pratici.

Pubblicato il 16/11/2022


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