Dove una volta c’era il registratore vocale, oggi c’è TicNote

Dove una volta c’era il registratore vocale, oggi c’è TicNote

Felice interpretazione del registratore vocale in chiave digitale e smart, TicNote è una sorpresa ricca di novità, qualcuna da sistemare

Tra le numerose vittime degli smartphone, ci sono anche i registratori vocali. Dispositivi costosi e rivolti prevalentemente ad addetti ai lavori, nel giro di poco tempo si sono trovati con un mercato di riferimento passato da nicchia a praticamente nullo, o poco più. Un declino all’apparenza inarrestabile, dove però ha deciso di intervenire Mobvoi, con TicNote, idea tanto insolita quanto efficace e capace di stupire.

Nello scenario attuale, registrare una conversazione è ormai un’operazione di prassi. Per giustificare un dispositivo dedicato, e dal prezzo non eccessivo ma sicuramente da valutare, serviva quindi qualcosa di innovativo ed efficiente. Alla luce dei fatti, l’obiettivo si può considerare raggiunto.

Perché, di fatto la registrazione è solo il primo passo verso l’idea Mobvoi. Utile soprattutto per accedere a una serie di opzioni per nulla scontate.

Subito pronto per passare all’ascolto

A partire dalla conversione dell’audio in testo. Operazione non certo rivoluzionaria, ma il più delle volte con un livello di affidabilità discutibile e solo con software dedicati, quindi anche costosi.

È questa la prima piacevole sorpresa dopo aver tolto TicNote dall’imballaggio, dopo averne apprezzato le forme estremamente sottili, e la semplicità di configurazione e uso. Il registratore smart, perché di questo si tratta, si presenta in una custodia perfettamente su misura, dove l’unica vera difficoltà può essere proprio estrarlo quando necessario, e a volte serve veramente, nonostante l’attenzione rivolta all’ergonomia del gesto.

Più semplice invece la configurazione. L’unico potenziale limite al riguardo, operare in sincronia con uno smartphone o un tablet e la relativa app, con la necessità di attivare la localizzazione. A parte questo, riconoscimento e impostazioni non dovrebbero presentare problemi anche per i meno esperti.

Registrazione account, abbinamento diretto via Bluetooth, e si può iniziare a sfruttare TicNote. L’operazione più semplice, registrare una conversazione del vivo. Di fatto, accensione e modalità a parte, il dispositivo è controllato per intero dallo smartphone, anche per avvio e fine operazioni. Considerando la praticità di dimensioni ridotte e forme sottili, questo, potrebbe essere traformarsi in un limite. Non guasterebbe infatti poter essere più liberi di registrare anche in situazioni dove il telefono dovesse essere spento o non raggiungibile.

Dalle parole ai testi, senza muovere un dito

In ogni caso, l’operazione è totalmente sotto controllo, sia dal piccolo display in alto sul TicNote, utile anche e verificare la connessione e quindi l’attivazione, e la carica residua, sia direttamente dall’app. Una volta conclusa l’operazione, parte in automatico la sincronizzazione e relativa conversione.

Sui risultati, si potrebbe anche discutere. In realtà, su una conversazione reale, quindi a distanza inferiore a due metri, i risultati sono sicuramente apprezzabili. Non perfetti, perché gli errori di trascrizione non mancano, ma sicuramente meglio di effettuare l’operazione manualmente.

Messo alla prova più duramente, registrando per esempio un podcast, un discorso in un locale più ampio (la copertura ufficiale arriva a dieci metri), i rumori di fondo si fanno sentire e la qualità decade. In suo soccorso, arriva il primo contributo dell’intelligenza artificiale. Insieme alla trascrizione, viene elaborato un sommario del contenuto. Una novità interessate, da perfezionare, ma sicuramente utile.

Attaccato allo smartphone

Il vero valore TicNote si apprezza nell’uso combinato con lo smartphone, inteso come possibilità di registrare una conversazione senza dover necessariamente attivare il vivavoce. Grazie a un piccolo adesivo magnetico, dopo aver spostato il relativo interruttore vicino al display, il registratore si può letteralmente attaccare al telefono, captando quindi le onde sonore. Qualcosa di concettualmente simile alla conduzione ossea usata negli auricolari più recenti.

Unica avvertenza, il contatto deve essere diretto. Non si può quindi utilizzare una custodia protettiva per lo smartphone. O, quantomeno, rimuoverla durante la registrazione.

A prescindere da come viene acquisito il file audio, l’app apre a una serie di possibilità non scontate. Alcune, anche non necessariamente utili, ma sicuramente da valutare. A partire dalla traduzione di un testo in lingua straniera. Utile, ma anche costosa. Così come d’altra parte la semplice trascrizione, con una modalità a consumo.

Perfetto compagno di lavoro

Si parla di un dispositivo pensato prevalentemente per un contesto lavorativo. Oltre al già citato sommario, di indubbia utilità, TicNote costruisce anche una Mappa Mentale. Su affidabilità, precisione e utilità si può discutere, ma il tentativo è sicuramente da apprezzare.

Discorso simile per quella definita Intuizione. Una serie di considerazioni ricavate in autonomia dal modulo di IA sull’analisi della registrazione. Da premiare per l’originalità, un po’ meno forse per la reale utilità.

Considerando la destinazione prevalentemente professionale, diverso può essere il discorso relativo al modulo Progetti. Una sezione dedicata dell’app. Una sorta di raccoglitore dove aggiungere elementi correlati tra loro tra quelli registrati o altri presenti sul telefono. Utili per addestrare Shadow, l’intelligenza artificiale in versione TicNote, con contenuti più mirati e con la quale all’occorrenza è anche possibile interagire.

Dal materiale ricavato, è eventualmente possibile ricavare non solo indicazioni utili a organizzazione o anche prosecuzione di un lavoro, ma creare addirittura un podcast.

Il registratore vocale torna di attualità

Nel suo piccolo, in senso assolutamente positivo riferito alle dimensioni, TicNote è quindi in grado di fare tanto. Sicuramente, molto di più di quanto ci si possa aspettare da un registratore vocale. Se sia abbastanza da giustificare una dispositivo dedicato, questa è una valutazione strettamente personale.

Sicuramente, il tasso di innovazione non manca, così come la capacità di assolvere alle funzioni di base, registrazione e archiviazione in cloud. Da lì in avanti, i margini di miglioramento non mancano, ma sicuramente l’inizio è promettente. Come sempre in situazioni del genere, la pratica aiuta a trovare le condizioni di utilizzo ideali, così da capire come impostare fin da subito una registrazione dalla quale ottenere il meglio.

Considerando naturalmente anche l’aspetto economico. Per quanto in linea con le caratteristiche, il prezzo base di 169,99 euro è comunque una spesa da valutare. Anche perché esauriti i 1.500 crediti compresi nel costo d’acquisto, in pratica uno per ogni minuto di trascrizione, è necessario procedere a una ricarica. Da 2,99 euro per 150 credito fino a 89 euro per altri 7.500 minuti di servizi.

Pubblicato il 13/8/2025

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