Coach del sonno Garmin, cos’è e a cosa serve

Coach del sonno Garmin, cos’è e a cosa serve

Funzione poco nota tra le tante proposte da Garmin, Coach del sonno è un aiuto prezioso per restare attivi durante la giornata

Come qualsiasi appassionato di sport conosce bene, un buon riposo è importante tanto quanto un allenamento di qualità. Un principio ben noto anche a Garmin, pronta a supportare i propri utenti con una funzione dedicata, il Coach del sonno.

Un aiuto in più per ricavare un quadro della propria condizione fisica, ma anche della situazione emotiva, da aggiungere a quell’analisi del sonno spesso dai tratti un po’ misteriosa, anche solo perché per definizione avviene al di fuori del proprio controllo.

Una funzione utile per capire prima di tutto quanto sia necessario  dormire una data notte. Non solo per gli sportivi, ma per chiunque interessato ad affrontare meglio la giornata successiva. Un interrogativo di fronte al quale è difficile rispondere se non in base a pure sensazioni e supposizioni.

Per un adulto sano, solitamente gli esperti consigliano tra le sette e le nove ore di sonno ogni notte. Gli studi dimostrano inoltre come invecchiando quasi tutti tendano a dormire meno e se ne senta meno il bisogno. Coach del sonno Garmin, combina i consigli degli esperti in materia con i dati personali raccolti durante la giornata.

I cinque punti per dormire bene

Il relativo fabbisogno di sonno notturno personale viene calcolato combinando cinque fattori chiave: età, livelli di attività giornalieri e a lungo termine, cronologia recente del sonno, brevi sonnellini durante il giorno e variabilità della frequenza cardiaca.  Il conteggio parte dall’orario del risveglio al mattino e adattato nel corso della giornata, in base al livello di attività e a eventuali sonnellini effettuati.

Il conteggio parte dall’età. Per gli adulti di età inferiore ai 35 anni, vengono raccomandate otto ore di sonno, a decrescere fino ad arrivare per gli adulti oltre i 65 anni a una base è di 7,5 ore per notte. A questo, vanno aggiunti gli altri elementi variabili.  Per esempio, un allenamento impegnativo può aumentare notevolmente il fabbisogno di sonno per la notte. Viceversa, una giornata leggera o di inattività può ridurre lievemente questa esigenza.

Più complessa è invece la regolazione del fabbisogno di sonno basata sugli schemi di attività a lungo termine. L’analisi avanzata considera la frequenza e l’intensità delle attività praticate nelle ultime settimane, valutando anche il livello di sforzo rispetto alla media personale. In ogni caso, Coach del sonno Garmin non inviterà mai  a superare le nove ore.

A breve termine, nell’arco di alcune notti, bisogna considerare anche un eventuale deficit o accumulo di sonno. Una notte troppo breve può far sentire stanchi e affaticati. In questo caso si parla di debito di sonno, e deve essere compensato aumentando il periodo di sonno successivo, per tornare alla normalità. Una dormita particolarmente buona invece, può ridurre lievemente il fabbisogno di sonno per la notte successiva.

Anche i pisolini contano

Tra le caratteristiche di Garmin, c’è anche la possibilità di rilevare i brevi riposi durante il giorni, pisolini, pennichelle o pause che dir si voglia, aiutano sicuramente ad alleviare la sensazione di stanchezza durante il giorno. A causa della breve durata, tuttavia, nella maggior parte dei casi si parla di sonno leggero. I cicli che includono le fasi del sonno e del sonno REM, necessarie per la salute fisica e mentale, richiedono più tempo. Per questo, una serie di pisolini brevi non può sostituire efficacemente un’intera notte di riposo. Può tuttavia ridurre il tuo fabbisogno di sonno notturno,

Un ultimo parametro importante preso in cosiderazione dal Coach del sonno Garmin è probabilmente il meno scontato. Anche la variabilità della frequenza cardiaca, quando superiore ai valori di riferimento, può indicare un recupero completo delle energie e dare il via libera a un nuovo sforzo.

Questo significa che le abitudini di sonno corrente stanno producendo l’effetto desiderato. Livelli inferiori di variabilità della frequenza cardiaca personale sono spesso associati a combinazioni di stress, difficoltà costante a recuperare dopo l’attività fisica o sistema immunitario impegnato a combattere un’infezione. Anche il consumo di alcol può contribuire a ridurre la variabilità della frequenza cardiaca, a causa dello sforzo superiore compiuto dall’organismo durante il processo di metabolizzazione.

Pubblicato il 30/5/2025

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