La migliore spinta per Pixel Watch 2 arriva da Qualcomm

La migliore spinta per Pixel Watch 2 arriva da Qualcomm






Con il passaggio dal processore Samsung al più potente Qualcomm Snpadragon W5, Pixel Watch 2 può fare il salto di qualità

Nonostante le buone intenzioni di tanti pretendenti, il mondo smartwatch resta saldamente nelle mani di Apple. I diretti rivali, a partire da Xiaomi, Samsung e Huawei, in realtà sono impegnati più a farsi guerra tra di loro invece di poter realmente ambire a mettere in discussione la leadership. All’orizzonte c’è però un potenziale intruso, pronto a far valere le proprie ragioni. Google Pixel Watch 2.

Guardando ai risconti del primo smartwatch Google, a prima vista sembra esserci poco da aspettarsi. In realtà, la situazione appare decisamente più movimentata, e per una ragione in particolare. Non si tratta però dell’acquisizione di Fitbit, i cui benefici devono ancora concretizzarsi e rischiano soprattutto di cannibalizzarsi quote a vicenda.

Snapdragon può fare la differenza

Come suggerito da una interessante analisi CSS Insight, il punto della svolta è da cercare all’interno di Pixel Watch 2 e delle ultime decisioni strategiche di Google, decisamente più sagge di quelle precedenti. La svolta può infatti arrivare da Qualcomm e dal nuovo processore Snapdragon W5.

Se sul fronte software, l’alleanza con Samsung per migliorare prestazioni e attrattività di Wear OS tutto sommato ha funzionato, su quello hardware decisamente meno. La prima generazione di Pixle Watch ha infatti pagato in parte anche la scelta di affidarsi al processore Samsung Exynos 9110.

Pur con un insieme di funzionalità nella media, l’autonomia in particolare ha penalizzato lo smartwatch, faticando ad arrivare non tanto a fine giornata, quanto a inizio serata.  

Di fronte alla rapida crescita nelle funzioni attese da uno smartwatch ambizioso come quello di Google, una situazione troppo penalizzante. D’altra parte, i processori sono decisamente la specialità di Qualcomm, più volte in grado di dimostrare come superare problemi e portare innovazione.

Esattamente quanto messo in campo con Pixel Watch 2.  Al costo di un incremento contenuto della batteria, da 294 mAh a 306 mAh, l’autonomia è cresciuta in misura importante. Abbastanza da coprire tutte le funzioni disponibili e arrivare senza problemi a fine giornata anche con il display sempre acceso attivo.

Pur senza una prova diretta, significa anche raddoppiare l’autonomia in condizioni d’uso più tradizionali. Anche se si resta sempre lontani dalla settimana abbondante dichiarata dai più recenti modelli Xiaomi, o dal poco meno circa degli altri principali modelli, sicuramente un passo avanti e una ragione in meno per guardare altrove al momento dell’acquisto.

Il primo passo per risalire la china

D’altra parte, con l’ambizione di fronteggiare Apple Watch da vicino sul fronte del prezzo, la frequenza della ricarica è uno dei pochi punti deboli sul quale affrontare il rivale numero uno.

Tutto questo, con un incremento importante anche nella potenza di calcolo. Vale a dire, la possibilità di supportare nuove funzioni o migliorare la raccolta dei dati prodotti dai sensori e aggiungerne di nuovi, aumentando quindi il livello delle analisi proposte.

Sotto questo profilo, lo Store Apple al momento resta ancora il più attraente, ma se c’è qualcuno in grado di affrontare una sfida del genere, non può essere altri se non Google. Se poi riuscisse a capitalizzare l’esperienza di ottimizzazione dei partner che adottano Wear OS, alla quale aggiungere quella di Fitbit, allora iniziano a esserci tutte le premesse perché anche nel mondo degli smartwatch la sfida non sia più solo per il secondo posto.

Pubblicato il 1/11/2023


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