Da Atene ai giovani, Stefano Baldini non si stanca mai di correre

Trionfatore di una maratona unica alle Olimpiadi di Atene 2004, ancora oggi Stefano Baldini va sempre di corsa, grazie anche alla tecnologia
Tra le imprese sportive destinate a restare nelle prime pagine della storia, una vede protagonista un italiano. Era il 28 agosto 2004 quando alle Olimpiadi di Atene a Stefano Baldini riuscì un’impresa per certi versi unica.
Quell’edizione infatti, entrare per primo nello stadio Panathinaikos era qualcosa di più del già grande successo di una medaglia d’oro. Per la prima volta , un’atleta vinceva un’Olimpiade sul percorso originale della maratona di Filippide.
Oggi, il ricordo di quella giornata indimenticabile è uno dei tanti traguardi raggiunti dal corridore emiliano. Per fortuna del movimento sportivo italiano, messo al servizio dei giovani. Un piacere, e un onore, poter quindi incontrare Stefano Baldini in occasione dei recenti Garmin Beat Yesterday 2021.

Di cosa ti occupi oggi?
Oltre all’impegno di commentatore tecnico per Sky, sono rimasto nel settore dell’atletica, occupandomi in particolare di seguire il settore giovanile. Seguo gli atleti di primo livello, quelli delle squadre nazionali, per il mezzofondo e le gare endurance. Mi piace restare in contatto con i giovani, e avere la possibilità di farlo ancora a cinquant’anni è un bel modo di vivere.
Il 2021 è stato un anno trionfale per l’atletica italiana. Più in generale, come vedi il settore?
Da diversi anni ormai, propone diversi talenti anche se non sempre riescono a sbocciare. Ho lavorato in quest’attività dal 2010 al 2018 e ho avuto modo di vederli da vicino. Questo ha portato in parte ai risultati di quest’anno, ma anche durante il Covid-19 si è fatto un buon lavoro. Riuscire a svolgere regolarmente quasi tutti i campionati nazionali e seguire gli allenamenti ci ha messo in una situazione favorevole.
Quanto conta la tecnologia nella preparazione di una gara, e durante la gara?
Sicuramente tantissimo e potevo sfruttarla già quando correvo. Però, rispetto a oggi era una situazione molto diversa. Si trattava di strumenti molto costosi, accessibili solo attraverso la Fidal e il CONI, quindi non alla portata di tutti e non sempre facili da sfruttare. Raccogliere e analizzare i dati richiedeva ore, se non giorni.
Oggi, quali sono i veri benefici?
Chiunque può sfruttare strumenti accessibili a tutti e il GPS. Per un allenatore, significa poterne fare un uso più esteso e regolare, perché i dati sono subito disponibili, visibili a tutti, e aiutano a capire quale direzione prendere per migliorare i risultati.

Come consigli agli appassionati di sfruttarla?
Certamente, di sfruttare gli smartwatch e gli altri strumenti come quelli di Garmin, ma non diventarne schiavi. Sono un aiuto fondamentale, con una grande precisione e affidabilità. Possono rivelarsi molto utili anche per trovare la motivazione. Un settore in continua evoluzione, ma già oggi in grado di garantire ottimi risultati.
Credi possano rivelarsi anche uno stimolo verso i più giovani?
Certamente, guardare subito i propri risultati, analizzare le statistiche e avere misure precise delle prestazioni è un aiuto alla pratica sportiva. Smartwatch e sportwatch hanno già contribuito a portare tanti giovani sulla pista di atletica.
Cosa ricorda Stefano Baldini di quella magica serata di Atene nel 2004?
È stata un’Olimpiade meravigliosa, anche perché mi sentivo quasi a casa. Ho corso quattro maratone olimpiche in quattro continenti, ma lì si respirava l’aria di casa. Grazie anche alla tecnologia, siamo arrivati alla partenza nelle condizioni ideali. Poi però, sono dovute uscire la fantasia, la capacità di ascoltarsi e la sensibilità. In discipline come atletica e la corsa in particolare, l’aspetto fondamentale è capire cosa ti dice il tuo corpo e ascoltare.
Pubblicato il 28/12/2021