Garmin alza la voce con Strava e intende dettare legge

Garmin alza la voce con Strava e intende dettare legge

Nella battaglia con Garmin, Strava non ha molte prospettive se non adeguarsi, difendendo fino all’ultimo la propria libertà

La situazione del rapporto tra Strava e Garmin non è delle migliori, e al momento non sembrano esserci prospettive a breve di vedere i contendenti arrivare a una soluzione. Al contrario, la decisione del social network di rilasciare ufficialmente delle dichiarazioni al riguardo, non si è rivelata esattamente un segnale di pace.

Strava ha infatti accettato di incontrare TechRadar ribadire la propria posizione. Le prime repliche di Garmin alla denuncia di aver violato i termini dell’accordo copiando di fatto funzioni come Heatmap e Segmenti non sono piaciute.

Stop agli smartwatch contro logo obbligatorio

Al punto da chiedere formalmente di interrompere la vendita di alcuni modelli di smartwatch. Alla quale Garmin ha risposto nel proprio ostile, alzando il livello dello scontro e chiedendo ufficialmente la presenza del proprio logo in ogni attività caricata su Strava a partire dal 1 novembre.

A sua volta, in un post pubblico su Reddit, Matt Salazar, chief product officer di Strava ha rilanciato, accusando il produttore di smartwatch e ciclocomputer di voler sfruttare la piattaforma solo a scopo pubblicitario, mettendo in secondo piano le sensazioni e le emozioni ricavate dalle attività registrate e caricate.

Una volta caricati, dati naturalmente di proprietà del social network, al quale spetta quindi la libertà di decidere come usarli, nel rispetto degli accordi con gli utenti, e naturalmente difenderli da terzi.

Per sua sfortuna, l’intervento di Salazar non ha riscosso grandi consensi. La maggior parte dei commenti, per non dire quasi tutti, in caso di scelta obbligata, si sono schierati dalla parte di Garmin. Mentre questa però non si è degnata di fornire alcun commento al riguardo, Strava ha invece accettato il confronto pubblico.

Garmin ha il coltello dalla parte del manico

Alla luce dei commenti critici, anche solo per ribadire la volontà di mantenere il più possibile la connettività ininterrotta di quella ampia fetta di utenti che carica attività da un dispositivo Garmin. L’intenzione è tuttavia impedire a un marchio, qualsiasi, di occupare la ribalta rispetto all’attività e relativi dati, violando in un certo senso la natura della piattaforma.

Al di là delle dichiarazioni e delle buone intenzioni, la sensazione è come alla fine per Strava non resti molto da fare. Rinunciare agli utenti Garmin sarebbe una sorta di suicidio e questo il rivale lo sa bene. Nel momento in cui decidesse di imporre una prova di forza, anche a costo di rivelarsi prepotente, al momento non resta altro da fare se non adeguarsi, anche se a malincuore.

Piuttosto però di non cedere a un trattamento di favore, le intenzioni Strava sembrano quelle di estendere la funzione a tutti partner, anche solo per non mostrare a Garmin la possibilità di ottenere un trattamento privilegiato e poter fare il bello e il cattivo tempo in casa d’altri.

Una situazione quindi tutt’altro di amichevole e probabilmente destinata a trascinarsi ancora per qualche tempo. Anche perché resta sempre aperto l’altro fronte, quello iniziale lanciato da Strava in tutela dei brevetti su Heatmap e Segmenti.

Per gli utenti, la conclusione migliore sarebbe un accordo di buon senso, difficile però da ipotizzare soprattutto da parte di Garmin. Qualcosa del tipo la segnalazione in Connect dei diritti sulle funzioni in questione e accontentarsi della visibilità attuale (nome e modello del dispositivo usato sono già indicate in ogni attività caricata) senza il bisogno di mostrarsi sempre e comunque più forti di chiunque altro.

Pubblicato il 23/10/2025

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