Connected Calibre E5 segna l’ora Tag Heuer di lasciare Wear OS

Connected Calibre E5 segna l’ora Tag Heuer di lasciare Wear OS

Lo smartwatch di lusso Tag Heuer Connected Calibre E5 lascia Wear OS per affrontare la sfida di un sistema operativo proprietario

Anche negli smartwatch esiste un mercato che si può definire del lusso. Inteso non tanto come i modelli più ricercati dei marchi noti al grande pubblico, ma di quelli proposti da chi fa dell’esclusività uno dei propri punti di forza, senza compromessi.

Non tutti hanno resistito nel tempo, ma Tag Heuer resta tra i protagonisti indiscussi, rinnovando competenze e ambizioni con Connected Calibre E5, a dieci anni di distanza dal primo modello.

Un percorso importante, all’insegna dell’innovazione combinata con qualità e tradizione consapevoli di non poter commettere errori e sapere quando è il momento di rischiare. In questo caso, con una mossa all’apparenza azzardata, ma per certi versi necessaria.

Addio Wear OS per dare spazio a Tag Heuer OS

Tag Heuer Connected Calibre E5 cambia strada sul sistema operativo. Non più quel Wear OS fin troppo scontato e popolare, per inseguire l’esclusività anche su questo fronte, progettando un software proprietario. Considerate le esperienze poco felici di Hauwei e Xiaomi, sicuramente un rischio, anche se il pubblico di riferimento totalmente diverso ha più probabilità di approvare la scelta.

Con una ragione in più. la maggior parte dei clienti Tag Heuer utilizza iPhone, la cui compatibilità con il sistema operativo Google non è delle migliori. Compromesso fuori discussione per uno smartwatch ai massimi livelli, la cui soluzione passa inevitabilmente per un sistema operativo proprietario.

Più lineare invece l’evoluzione sugli altri fronti. Si parla sempre di due versioni, una con diametro da 45 mm e l’altra da 40mm, due in meno rispetto alla generazione precedente, rivelatasi non particolarmente apprezzata dal pubblico.

Altrettante le opzioni sui materiali, acciaio e titanio, mantenendo le linee classiche del marchio, ispirate ai modelli classici, con dettagli sempre curati per trasmettere un senso di qualità.

Qualche rinuncia, ma non allo stile

Sul fronte delle funzioni, bisogna partire dai compromessi. Per forza di cose, la scelta proprietaria impedisce al momento di poter eseguire operazioni come i pagamenti al polso e riduce drasticamente il catalogo di app, ma d’altra parte assicura il pieno controllo e tutela gli sviluppi futuri.

Non mancano comunque tutte le opzioni di base, a partire dalla frequenza cardiaca, l’analisi del sonno e la stima del livello di ossigeno nel sangue, alla quale entro la fine dell’anno se ne aggiungeranno di nuove.

Per l’attività fisica, anche gli utenti di Connected Calibre E5 potranno contare sulla precisione della tecnologia GNSS e affidarsi a due sistemi satellitari contemporaneamente, supportati anche da una grafica animata per supportare lo sforzo e aiutare a raggiungere l’obiettivo.

Su uno smatwatch di questo livello non può mancare naturalmente grande attenzione a sport come il golf, dove si può contare su un’applicazione dedicata e le mappe dei percorsi precaricate. In più, con la possibilità di richiedere espressamente l’aggiunta di uno non incluso.

Qualche progresso si registra sul fronte dell’autonomia. Dove spesso smartwatch di questa portata pagano pegno, Connected Calibre E5 resta sotto la media ma arriva comunque, secondo le dichiarazioni, a coprire almeno un paio di giorni, qualcosa meno per il modello più piccolo. Anche tre con un utilizzo standard, quindi con uso limitato del tracciamento.

Facile infine prevedere prezzi irraggiungibili per chi guarda al mondo smartwatch in generale, ma perfettamente il linea con il pubblico di riferimento e il marchio. Si parte infatti da 1.550 euro per la versione da 40 mm, naturalmente a salire cambiando anche materiali e cinturino.

Pubblicato il 10/10/2025

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