Così le calze smart aiutano i pazienti a restare con i piedi per terra

Così le calze smart aiutano i pazienti a restare con i piedi per terra






Un sensore all’interno delle calze smart di Palarum permette di assistere i pazienti a distanza, riducendo il pericolo di cadute

Il monitoraggio dei pazienti è una delle sfide più importanti per la medicina dei prossimi anni. Garantire cure e assistenza a distanza, presso la propria abitazione invece di un letto d’ospedale significa da una parte migliore qualità della vita e dall’altra riduzione nei costi per la Sanità.

Una sfida dove giocano un ruolo importante anche i wearable. Al momento, l’attenzione è rivolta soprattutto agli smartwatch in grado di rilevare con la dovuta affidabilità i parametri vitali e metterli a disposizione dei sanitari in qualsiasi momento. Un’opportunità nei prossimi anni estesa anche all’abbigliamento smart. Al riguardo, i ricercatori dell’Ohio State University Wexner Medical Center stanno testando con successo delle interessanti calze smart.

Generalmente rivolta al mondo dello sport, la ricerca nell’abbigliamento smart sta trovando spazi interessanti anche nelle medicina. In questo caso, il gruppo di lavoro in collaborazione con Palarum ha messo a punto PUP (Patient is Up), strumento utile a ridurre il rischio di caduta tra i pazienti.

Vicini anche quando lontani

Le calze smart contendono infatti dei sensori di pressione, pronti a inviare un segnale di allerta al personale, al parente o a chi se si prende cura del malato o dell’anziano, non appena questo si sta alzando da una posizione sdraiata o seduta.

Oltre a seguire la situazione senza dover fisicamente essere al fianco del soggetto, situazione utile soprattutto in situazioni delicate come il bisogno di andare in bagno, permette di indicare quando sia necessario invece avvicinarsi per prestare il necessario sostegno, anche senza dover essere chiamati a voce.

Un meccanismo piuttosto semplice, integrato grazie a un sensore e a un chip wireless, in grado però di aumentare la sicurezza dei pazienti. Secondo i ricercatori infatti, circa il 30% delle cadute all’interno di un ospedale possono essere evitate con un intervento tempestivo del personale.

L’appoggio giusto al momento giusto

I momenti più  rischio infatti sono proprio l’uscita e il rientro nel letto. Gli esperimenti condotti fino a oggi si sono orientati in genere verso l’utilizzo di sensori nel letto, nelle poltrone o nelle sedie, dai quali scaturiscono però troppi falsi allarmi.

La possibilità di sviluppare invece delle calze smart abbastanza efficienti e al tempo stesso non fastidiose per chi le indossa, permette un importante passo in avanti nella qualità dell’assistenza.

Incoraggianti i risultati raggiunti dai primi test sul campo. Rispetto a una media di quattro cadute al giorni per ogni mille pazienti ricoverati, il tasso è sceso praticamente a zero. Inoltre, riducendo i falsi allarmi, anche la tempestività degli interventi è decisamente migliorata.

Pubblicato il 11/10/2022


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